RIMINI
«YO SOY MASON!»
. A Cuba facile sentirselo dire dal vicino di casa, dall’autista del taxi, dal padrone della ‘casa particular’ dove hai trovato un letto a pochi dollari.
«Masoneria popular» ribadisce con orgoglio Josè Ramòn Gonzàles Diaz, il ‘pasado’ ( cioè l’ex) Gran maestro della Gran Logia de Cuba (
nella foto Bove) che a Rimini brilla assieme alla sua delegazione di una luce di rispetto e fratellanza particolari.
«A Cuba i massoni sono 29mila su una popolazione di 11 milioni, con 318 logge» spiega Raimundo Gòmez Cervantes, l’addetto alle pubbliche relazioni, in un buon italiano.
Ma com’è possibile che un regime tolleri un’organizzazione tanto potente e ramificata?
«La massoneria cubana è antichissima — chiosa, pacato, Gonzalez Diaz — e con il governo ha un rapporto di rispetto e collaborazione».
E tanto basta?
«La guerra di liberazione del 1898 dal dominio spagnolo — interviene Marco Novarino, docente di storia a Torino e grande studioso di Cuba — fu sostenuta fortemente dalla massoneria internazionale. Che mandò aiuti e ad un certo punto pensò addirittura di spedire volontari. C’era sangue garibaldino nella fratellanza dell’epoca e non dimentichiamo che José Martí, il padre dell’indipendenza cubana, era massone».
Detto che la bandiera cubana fu disegnata da un altro massone, Narciso Lopez, tutto sembra più chiaro.
Come massoni avete rapporti con i fratelli di tutto il mondo. Anche con quelli statunitensi?
«Certo — ci stupisce l’ex Gran Maestro — abbiamo ottimi e frequenti rapporti con tutte le logge del Nord America e in particolare con quella della Florida. Le nostre storie sono strettamente intrecciate».
Ritenete che questo filo possa riallacciare i rapporti fra i due Paesi?
«Certo, il dialogo è sempre importante, soprattutto per noi massoni. La definirei una seconda via diplomatica che paradossalmente incontra i maggiori problemi proprio dai seimila esuli cubani che fanno parte delle logge statunitensi».
Negli ultimi anni il governo di Cuba ha virato verso una maggiore libertà di opinione e di movimento. Vale anche verso di voi?
«Recentemente abbiamo avuto l’autorizzazione governativa a riaprire le logge per i giovani e già cinque sono pronte. Era dal ’60 che erano bandite. Se un governo concede ad un’associazione non governativa di poter educare il futuro della nazione, ciò significa molto. Per noi è soprattutto la possibilità di preparare i nuovi cittadini ai principi della democrazia e della fratellanza»
p.l. mart.