di Olivia Posani

Roma, 5 maggio 2013 - VIETATO superare il 3% di deficit e meno che mai dare segnali sbagliati a Bruxelles, che il 29 maggio dovrà decidere se chiudere la procedura di infrazione contro l’Italia per disavanzo eccessivo. Per il momento il governo farà dunque solo l’indispensabile. E l’indispensabile si chiama Imu, Iva e cassa integrazione in deroga Costo totale: 6 miliardi da trovare subito. Poi si penserà a come finanziare il lungo elenco di impegni economici presi da Enrico Letta durante il suo discorso programmatico.

IERI il premier e tutto lo staff del ministero dell’Economia si sono messi al lavoro sui dossier più scottanti. «Le priorità sono quelle, dobbiamo trovare le coperture», ha detto il sottosegretario Pier Paolo Baretta, ricordando che per evitare l’aumento di un punto dell’Iva a partire dal primo luglio occorrono 2 miliardi, per la Cig sarebbero necessari tra un mililardo e un miliardo e mezzo, mentre la sospensione della prima rata dell’Imu richiede 2-3 miliardi.

IL GOVERNO, tuona Bonanni, «deve trovare entro maggio 1,5 miliardi per rifinanziare la cassa integrazione in deroga altrimenti si andranno a ingrossare le fila dei già tantissimi disoccupati. Si mina la coesione sociale, sono a rischio 700mila lavoratori. Se continua l’emorragia — sottolinea il leader della Cisl — ci sarà un malessere gravissimo». «Sicuramente l’allarme sociale c’è tutto», concorda la Cgil. E il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell’Aringa, sottolinea: «Il lavoro è in cima alle priorità perché si è arrivati a livelli di disoccupazione socialmente pericolosi. Dobbiamo prendere misure nei prossimi giorni e trovare le risorse anche per il rinvio del pagamento dell’Imu e dell’aumento dell’Iva». L’altra emergenza che va tamponata è proprio quella delle tasse. Il premier ha detto che il 17 giugno non dovrà essere pagata la prima rata dell’Imu sulla casa in cui si abita. Ma la moratoria che varrà anche per dicembre, il che significa trovare altri 2 miliardi. C’è tempo per capire come, ma non è escluso che tutta l’Imu prima casa 2013 (4 miliardi) possa scaricarsi in un’unica soluzione sugli immobili di maggior valore.

DAL 2014 cambierà tutto, magari alzando l’asticella sotto la quale l’Imu non si paga (ora è 200 euro, il Pd ha proposto 500 euro), oppure rinviando il tutto alla riforma complessiva della tassazione sulla casa già annunciata da Letta. A quel punto l’Imu potrebbe cedere il passo all’Ics, imposta sulla casa e sui servizi, che assorbirà il possesso della casa, la tassa sui rifiuti, i servizi forniti dal comune. Qualcuno ipotizza anche che possa inglobare l’addizionale Irpef comunale. Dovrebbe essere più pesante per le case extralusso. L’imposta municipale potrebbe vedere la luce in autunno nell’ambito della delega fiscale che ridisegnerà il catasto. Altro problema per il governo è evitare l’aumento di un punto dell’aliquota ordinaria Iva (dal 21 al 22%) che affosserebbe ulteriormente i consumi e dunque la crescita, servono 2 miliardi quest’anno e 4 il prossimo.