L’INDUSTRIA italiana guarda con grande interesse al settore spaziale. Più della metà della Stazione Internazionale è stata realizzata nel nostro Paese. «Ogni anno — spiega il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Enrico Saggese — investiamo poco meno di 500 milioni di euro nel settore spaziale mentre il fatturato ammonta a circa 1,5 miliardi. Certo, i nostri investimenti sono pochi se paragonati al Pil e a quello che spendono i nostri principali partner europei che sono Germania e Francia. Ma anche noi facciamo la nostra parte. Un settore altamente tecnologico come lo spazio è la via fondamentale per superare questo momento di crisi, come ha ricordato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».
Dunque lo spazio è uno dei filoni produttivi che porta con sè le maggiori ricadute per le aziende italiane. Dietro lo spazio c’è un’industria fatta di nomi come Thales Alenia Space, Avio, centri di eccellenza ad elevato livello tecnologico come il Cira e tantissime piccole e medie industrie ad alto valore tecnologico.
Secondo il presidente dell’Asi Saggese, bisogna avere il coraggio di investire nello spazio perché i ritorni sono assicurati in termini di innovazione e sviluppo occupazionale. «Se si spende un euro in attività spaziali — sottolinea Saggese — il ritorno a livello di prodotto interno lordo è molto più di un euro. Nelle telecomunicazioni, ad esempio, ad ogni euro investito, corrisponde un ritorno fino a 30 euro e questo vuol dire occupazione e sviluppo».

LE AZIENDE



italiane sono state impegnate per la realizzazione di elementi chiave della Iss: dai moduli pressurizzati Columbus e Leonardo, ai Nodi 2 e 3 e alla Cupola che è la terrazza panoramica della stazione orbitante: consente di vedere all’esterno, fotografare la terra e gli altri corpi celesti anche in 3D, di controllare le operazioni delle passeggiate spaziali degli astronauti, le operazioni di attracco delle navette e del braccio meccanico. L’industria italiana è impegnata anche nelle più importanti missioni scientifiche europee e internazionali, con strumenti di successo tecnologico.
Nel campo dell’osservazione della Terra la nostra industria ha realizzato la costellazione di 4 satelliti Cosmo-Skymed per il monitoraggio radar del suolo terrestre a utilizzo duale, civile e militare. Un sistema satellitare unico al mondo per la precisione e la qualità del radar di bordo. E poi satelliti di telecomunicazione avanzati così come veicoli di lanci e propulsori spaziali. E’ in questi giorni c’è anche il successo di Vega, un lanciatore dell’Agenzia spaziale europea, finanziato per oltre il 65% dall’Asi che completa l’offerta europea di lanciatori nel segmento di messa in orbita, cosiddetta bassa (fino a circa 1.000 km dalla Terra).

L’ITALIA


rientra in quel ristretto gruppo di paesi che sono in grado di coprire l’intera filiera produttiva. Vega è il fiore all’occhiello del nostro Paese, la maggior parte del vettore viene realizzata in Italia.
Roberto Di Meo