dall’inviato

Angelo Costa
Vajont
CURIOSAMENTE



, la tappa della memoria, nei luoghi della tragedia del Vajont, è tutt’altro che memorabile. Lo è solo per Ramunas Navardauskas, scioglilingua lituano che al Giro non è uno qualsiasi: un anno fa, grazie alla cronosquadre, assaggiò il sapore della maglia rosa, poi portata a casa dal suo capitano Hesjedal. A due passi dalla diga, il granatiere dell’Est chiude da solo la fuga a lunga gittata che serve alle squadre per fare riposare i capitani e che consente a Nibali di non spremersi troppo nel tenere sotto controllo il branco. E’ uno dei rari giorni di calma di un Giro che ci ha abituato troppo bene e che promette di non calar di tono: se persino chi lo comanda avverte che «quando si presenterà l’occasione, andrò all’attacco», possiamo aspettarci di tutto.
CHISSÀ COSA bisogna aspettarsi da Sky, adesso che Wiggins si è ritrovato il nemico in casa. Niente di nuovo: alla Vuelta due anni fa e all’ultimo Tour, il baronetto ha dovuto fare i conti con lo scalpitante Froome. E’ abituato, insomma. Adesso l’esame in famiglia si chiama Uran, più giovane e più adatto alle salitone italiane: sembra proprio che Wiggo non riesca a correre senza un compagno che prova a fargli ombra. Magari, diventerà lo stimolo per rialzare le proprie quotazioni, precipitate nel Giro di poche tappe: due discese, la maxicrono e il primo arrivo in quota ne hanno già fatto uno come gli altri. Non ci vorrà il decoder per capire su quale canale si sintonizzerà Sky: se Wiggins, alle prese anche con un pesante raffreddore, non si dimostrerà da corsa, puntare sul colombiano non sarà una scelta, ma diventerà un obbligo.
INGLESI A DUE PUNTE: è il modulo imposto dalla corsa, perché Sky non può certo raccontare di aver puntato su Wiggins e Uran fin dalla vigilia. E’ una vecchia regola del ciclismo: si disegna la gara sulla carta, ma alla fine si corre sempre sulla strada. Bisognerà aspettare domenica, se il Giro riuscirà a sostenere l’esame del Galibier flagellato dal maltempo, per capire se Wiggins cambierà pelle o cambierà e basta: l’ipotesi che possa far da spalla al giovane aiutante l’ha lanciata lui per primo. Ma forse è anche il primo a non crederci.