ROMA
«LEUROPA sia più concreta, altrimenti i cittadini europei labbandoneranno. Basta con le dichiarazioni astratte». Forte della sponda offerta dal francese Hollande, Enrico Letta, a Varsavia dove ha incontrato lomologo polacco Donald Tusk si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. E parlando da nuora, ha lasciato che la Merkel, nelle vesti di suocera, intenda quale sarà la linea italiana. «LItalia ha detto il premier mantiene la disciplina di bilancio, non vuole fare debiti e vuole che lEuropa rispetti i vincoli di disciplina». «LItalia del passato ha aggiunto ha fatto troppi debiti. Noi non vogliamo fare così».
Il messaggio è limpido: lItalia manterrà gli impegni presi, ma lEuropa si deve dare una svegliata e, soprattutto, rivedere alcune impostazioni. Come ha suggerito Hollande, del resto, che punta su alcune proposte per far uscire la Ue «dal letargo» e vuole rivedere i canoni del rigore. Letta gli fa eco: «Il rigore è la condizione per poter varare misure sullo sviluppo». Sullo sfondo la figura della Merkel. Ma Letta non lattacca, anzi. A domanda risponde sereno: «Ho fortemente condiviso le parole di Hollande a Bruxelles: non cè alcuna volontà da parte dellItalia di creare assi contro la Germania. Cè la volontà di fare, insieme, le scelte giuste».
Però occorre che la Ue cambi rotta e passi attraverso un trattamento di «concretezza». Altrimenti, Hollande prevede la sua «sparizione dalla mappa del mondo», mentre Letta si limita a considerare le ricadute sul prossimo appuntamento elettorale. «Nonostante tutto ha detto Letta a Varsavia lEuropa è un successo: ma dobbiamo renderci conto di quanto sia importante che evolva in positivo e faccia scelte concrete». Lavvertimento vale per tutti, come sono comuni molti dei problemi italiani. La disoccupazione, ad esempio, che Letta definisce «un incubo». E contro la quale lEuropa deve fare la propria parte: «Diventi un luogo in cui le industrie, le imprese trovino terreno fertile».
Silvia Mastrantonio
«LEUROPA sia più concreta, altrimenti i cittadini europei labbandoneranno. Basta con le dichiarazioni astratte». Forte della sponda offerta dal francese Hollande, Enrico Letta, a Varsavia dove ha incontrato lomologo polacco Donald Tusk si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. E parlando da nuora, ha lasciato che la Merkel, nelle vesti di suocera, intenda quale sarà la linea italiana. «LItalia ha detto il premier mantiene la disciplina di bilancio, non vuole fare debiti e vuole che lEuropa rispetti i vincoli di disciplina». «LItalia del passato ha aggiunto ha fatto troppi debiti. Noi non vogliamo fare così».
Il messaggio è limpido: lItalia manterrà gli impegni presi, ma lEuropa si deve dare una svegliata e, soprattutto, rivedere alcune impostazioni. Come ha suggerito Hollande, del resto, che punta su alcune proposte per far uscire la Ue «dal letargo» e vuole rivedere i canoni del rigore. Letta gli fa eco: «Il rigore è la condizione per poter varare misure sullo sviluppo». Sullo sfondo la figura della Merkel. Ma Letta non lattacca, anzi. A domanda risponde sereno: «Ho fortemente condiviso le parole di Hollande a Bruxelles: non cè alcuna volontà da parte dellItalia di creare assi contro la Germania. Cè la volontà di fare, insieme, le scelte giuste».
Però occorre che la Ue cambi rotta e passi attraverso un trattamento di «concretezza». Altrimenti, Hollande prevede la sua «sparizione dalla mappa del mondo», mentre Letta si limita a considerare le ricadute sul prossimo appuntamento elettorale. «Nonostante tutto ha detto Letta a Varsavia lEuropa è un successo: ma dobbiamo renderci conto di quanto sia importante che evolva in positivo e faccia scelte concrete». Lavvertimento vale per tutti, come sono comuni molti dei problemi italiani. La disoccupazione, ad esempio, che Letta definisce «un incubo». E contro la quale lEuropa deve fare la propria parte: «Diventi un luogo in cui le industrie, le imprese trovino terreno fertile».
Silvia Mastrantonio
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