Elena G. Polidori
ROMA
NESSUNA

pressione sulla magistratura. E Parlamento pienamente sovrano di decidere sulla cancellazione del reato di vilipendio del Capo dello Stato. Giorgio Napolitano ha risposto così ad un polemico Grillo (foto Imagoe)che nel suo blog aveva scritto: «Chi può essere al sicuro rispetto a un’eventuale denuncia per una critica al Presidente della Repubblica? Allora, per difendersi, l’unico mezzo è non scrivere più nulla. Bocche cucite. Dita bloccate sulla tastiera. Commenti oscurati». Il tutto dopo la denuncia di 22 commentatori del blog che avevano offeso il Capo dello Stato. Una polemica che, tuttavia, non finirà qui. Grillo, infatti, è deciso a non darsi per vinto. Lo ha detto ieri, ad Ancona, a margine della tappa del tour elettorale, ancora pieno di vis polemica. E dove, però, ha incassato l’endorsement degli operai della Fiom di Fincantieri che gli hanno anche strappato la promessa di avere alcuni dei suoi (l’ex comico non dovrebbe esserci)alla manifestazione di Roma di sabato dove la confederazione prevede il tutto esaurito. Nuove alleanze s’intrecciano, ma d’altra parte, sosteneva il segretario della Fiom Marche Giuseppe Ciarrocchi, «dove pensate che Grillo abbia preso 9 milioni di voti? Votano i cittadini, votano i lavoratori». Il Movimento 5 Stelle, dunque, sempre più vicino e referente del sindacato? È presto per dirlo, ma di fatto Grillo continua a scavare dentro il terreno elettorale del Pd, sottraendo ancora voti alla sinistra storica. Ieri, però, nell’apoteosi dell’accoglienza del suo popolo ad Ancona è stata appunto turbata dalla dura (quanto attesa) risposta del Quirinale al suo polemico post dei giorni scorsi. Napolitano ha voluto precisare, sottolineare e ribadire alcuni punti. «La contestazione di eventuali ipotesi di reato» come l’offesa all’onore del presidente della Repubblica «avviene del tutto indipendentemente da ogni intervento del Capo dello Stato — si legge nella nota del Quirinale — che non è chiamato a dare alcun parere né tantomeno autorizzazione all’autorità giudiziaria».
Napolitano «già anni fa — si legge ancora — ribadì come spetti a chi ha potere di iniziativa legislativa, e dunque non al Capo dello Stato, proporre l’abrogazione di quella disposizione del Codice».
Insomma, nessuna pressione sul vilipendio, Grillo ha sbagliato mira (ancora una volta). Ma la questione sembra non sia finita qui; anche ieri, ai suoi, il leader stellato ha ribadito che per lui Napolitano «sarà il primo dei cittadini, ma sempre cittadino rimane, non può essere più uguale degli altri di fronte alla legge»...