Giulio Mola
Milano
ANDREA Stramaccioni è un allenatore esonerato ma nessuno, allInter, ha avuto il coraggio di dirglielo. Lui, però, lo ha capito già da qualche giorno (la cena di sabato sera ad Appiano con Moratti alla vigilia dellinutile match con lUdinese) e ne ha avuto conferma lunedì a Coverciano, mentre si trovava al master per allenatori; al punto che ieri mattina, dopo aver parlato col suo mentore Ulivieri, ha disertato la lezione ed è tornato velocemente a Milano, sperando di avere chiarimenti dal suo presidente. Moratti, invece, non ha ancora messo il punto e a capo. Dopo tre giorni di blackout è riapparso sulla scena, si è ripresentato in ufficio e ha comunicato pochi ma significativi pensieri da cui si capisce ben chiaro che le già deboli e vacillanti certezze si sono oramai sbriciolate come grissini. Perché se fino a pochi giorni fa diceva di «non avere dubbi su Stramaccioni», ieri il patron ha ammesso di essere nel pieno di una riflessione sul tecnico e di «cosa fare per il bene dellInter». E che Moratti fosse imbarazzato lo si è capito subito: «Non mi piace dire che unera è finita, stiamo facendo un riassunto degli ultimi accadimenti. Cambiare idea sul tecnico? Non è che ho cambiato idea è che sto facendo riflessioni nellinteresse dellInter. Non ho parlato nè con Stramaccioni nè con altri. La riflessione sarà lunga».
In realtà da valutare cè solo la tempistica di due diverse comunicazioni: lesonero dellattuale tecnico (che ha ancora due anni di contratto, 1,2 milioni in questa stagione e 1,5 la prossima) e lingaggio del nuovo allenatore (triennale da 3,5 milioni). Ma il primo tifoso nerazzurro fa ancora melina, dispensando pillole agrodolci: «Da una parte cè il talento di Stramaccioni, dallaltra la situazione attuale. Sto ragionando su quale sia la scelta migliore. Mazzarri? Gli allenatori sono tutti bravi, poi devono lavorare allInter, che è una cosa diversa». Il depistaggio ci sta, anche perché sarebbe inelegante annunciare il nuovo mister subito dopo aver sollevato dallincarico il suo predecessore. E poi cè stata quella telefonata dellex pupillo Mancini, gradita ma forse tardiva, a distrarre il presidente. Con Mazzarri però siamo ormai ai dettagli (cinque, forse sei i fedelissimi dello staff tecnico che lo seguiranno, vorrebbe portare dal Napoli almeno Zuniga e conta di rilanciare Cambiasso, Guarin e Juan Jesus), e limminente ingresso nel club dei nuovi soci potrebbe accelerare i tempi della firma (prevista domani o venerdì).
NEL FRATTEMPO si cercherà una nuova sistemazione a Stramaccioni e laccordo per la buonuscita: cè lUnder 21 che Mangia potrebbe lasciare (ma cè la concorrenza di Di Biagio), oppure la panchina di Parma o Chievo nel caso in cui Donadoni e Corini decidessero di cambiare aria. Non solo: resta incerto il futuro di Beppe Baresi e soprattutto di Marco Branca. Questultimo sa di essere in discussione perché non meno colpevole dellallenatore dopo la disastrosa stagione, ma portare anche Bigon a Milano è difficile. Più semplice riprendersi Oriali o Leonardo. Basta solo attendere.
Milano
ANDREA Stramaccioni è un allenatore esonerato ma nessuno, allInter, ha avuto il coraggio di dirglielo. Lui, però, lo ha capito già da qualche giorno (la cena di sabato sera ad Appiano con Moratti alla vigilia dellinutile match con lUdinese) e ne ha avuto conferma lunedì a Coverciano, mentre si trovava al master per allenatori; al punto che ieri mattina, dopo aver parlato col suo mentore Ulivieri, ha disertato la lezione ed è tornato velocemente a Milano, sperando di avere chiarimenti dal suo presidente. Moratti, invece, non ha ancora messo il punto e a capo. Dopo tre giorni di blackout è riapparso sulla scena, si è ripresentato in ufficio e ha comunicato pochi ma significativi pensieri da cui si capisce ben chiaro che le già deboli e vacillanti certezze si sono oramai sbriciolate come grissini. Perché se fino a pochi giorni fa diceva di «non avere dubbi su Stramaccioni», ieri il patron ha ammesso di essere nel pieno di una riflessione sul tecnico e di «cosa fare per il bene dellInter». E che Moratti fosse imbarazzato lo si è capito subito: «Non mi piace dire che unera è finita, stiamo facendo un riassunto degli ultimi accadimenti. Cambiare idea sul tecnico? Non è che ho cambiato idea è che sto facendo riflessioni nellinteresse dellInter. Non ho parlato nè con Stramaccioni nè con altri. La riflessione sarà lunga».
In realtà da valutare cè solo la tempistica di due diverse comunicazioni: lesonero dellattuale tecnico (che ha ancora due anni di contratto, 1,2 milioni in questa stagione e 1,5 la prossima) e lingaggio del nuovo allenatore (triennale da 3,5 milioni). Ma il primo tifoso nerazzurro fa ancora melina, dispensando pillole agrodolci: «Da una parte cè il talento di Stramaccioni, dallaltra la situazione attuale. Sto ragionando su quale sia la scelta migliore. Mazzarri? Gli allenatori sono tutti bravi, poi devono lavorare allInter, che è una cosa diversa». Il depistaggio ci sta, anche perché sarebbe inelegante annunciare il nuovo mister subito dopo aver sollevato dallincarico il suo predecessore. E poi cè stata quella telefonata dellex pupillo Mancini, gradita ma forse tardiva, a distrarre il presidente. Con Mazzarri però siamo ormai ai dettagli (cinque, forse sei i fedelissimi dello staff tecnico che lo seguiranno, vorrebbe portare dal Napoli almeno Zuniga e conta di rilanciare Cambiasso, Guarin e Juan Jesus), e limminente ingresso nel club dei nuovi soci potrebbe accelerare i tempi della firma (prevista domani o venerdì).
NEL FRATTEMPO si cercherà una nuova sistemazione a Stramaccioni e laccordo per la buonuscita: cè lUnder 21 che Mangia potrebbe lasciare (ma cè la concorrenza di Di Biagio), oppure la panchina di Parma o Chievo nel caso in cui Donadoni e Corini decidessero di cambiare aria. Non solo: resta incerto il futuro di Beppe Baresi e soprattutto di Marco Branca. Questultimo sa di essere in discussione perché non meno colpevole dellallenatore dopo la disastrosa stagione, ma portare anche Bigon a Milano è difficile. Più semplice riprendersi Oriali o Leonardo. Basta solo attendere.
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