Veronica Passeri
ROMA
UN CONGRESSO, «preparato bene e dal basso», entro il 2013 perché «non cè un motivo per rinviarlo». Una segreteria «rinnovata e inclusiva» dove trova posto anche il renziano Luca Lotti, un Pd che si impegna a curare le proprie ferite, leale con il governo Letta ma «pronto a tutto se Berlusconi fa saltare il tavolo».
Lera Guglielmo Epifani (solo sei astenuti sulla sua relazione) si apre con una road map che il segretario traccia e una scaletta delle priorità che vede al primo posto, sul fronte riforme, quella della legge elettorale e in ruolo più che secondario il presidenzialismo che agita molto il Pd. Sul fronte Paese lemergenza economica e lavorativa. Innanzitutto evitare laumento dellIva a luglio e attuare una revisione dellImu in base al reddito: «Non capisco osserva Epifani perché toglierla sulla prima casa a chi la può pagare e magari ne ha molte». Per Epifani il congresso deve essere «loccasione per rilanciare lidea, il progetto, la visione del Pd e anche quella per separare il ruolo del segretario da quello del capo della coalizione» la cui coincidenza già con il governo Letta «nostro vicesegretario fino al mese scorso è ormai improponibile».
Cè poi il difficile rapporto con il Pdl nella maggioranza che sostiene il governo, Epifani non nasconde che sulle larghe intese pende «la minaccia delle sentenze attese» di Berlusconi e sussiste il problema «del rapporto tra interessi personali e interessi del Paese». Il Pd, dunque, è «leale al governo che deve durare due anni per fare le riforme ma deve anche fare i conti con Berlusconi».
Ad ascoltare il segretario il sindaco di Firenze Matteo Renzi che lascia la direzione subito dopo la relazione uscendo da una porta secondaria e dribblando i cronisti. Renzi, che sta valutando la sua candidatura al congresso, concede una sola battuta: «Non occupiamoci della mia candidatura, ci sono questioni più importanti nel Paese». Ma certo larrivo di Lotti, suo braccio destro, nella squadra di Epifani è il segnale di un disgelo tra loutsider e il gotha del partito e del resto, fa notare uno dei suoi, da qui a fine anno il sindaco ha tutto il tempo per costruire una candidatura forte, che, con il consenso di più aree democratiche, possa arrivare alla guida del Pd. I big attendono le mosse di Renzi ma in campo per la sfida della leadership ci sono già anche Pippo Civati, che ieri ha confermato la sua candidatura, e Gianni Cuperlo che ha annunciato il suo impegno allassemblea nazionale.
NELLA NUOVA squadra di Epifani 15 persone, quasi tutte quarantenni, rappresentative delle varie anime del Pd: Roberta Agostini, Enzo Amendola, Fausto Raciti, Cecilia Carmassi, Matteo Colaninno, Alfredo DAttorre, Antonio Funiciello, Luca Lotti, Andrea Manciulli, Catiuscia Marini, Alessia Mosca, Pina Picierno, Deborah Serracchiani, Simone Valiante, Davide Zoggia. Tutti pronti, sottolinea Epifani, «per un lavoro immediato».
ROMA
UN CONGRESSO, «preparato bene e dal basso», entro il 2013 perché «non cè un motivo per rinviarlo». Una segreteria «rinnovata e inclusiva» dove trova posto anche il renziano Luca Lotti, un Pd che si impegna a curare le proprie ferite, leale con il governo Letta ma «pronto a tutto se Berlusconi fa saltare il tavolo».
Lera Guglielmo Epifani (solo sei astenuti sulla sua relazione) si apre con una road map che il segretario traccia e una scaletta delle priorità che vede al primo posto, sul fronte riforme, quella della legge elettorale e in ruolo più che secondario il presidenzialismo che agita molto il Pd. Sul fronte Paese lemergenza economica e lavorativa. Innanzitutto evitare laumento dellIva a luglio e attuare una revisione dellImu in base al reddito: «Non capisco osserva Epifani perché toglierla sulla prima casa a chi la può pagare e magari ne ha molte». Per Epifani il congresso deve essere «loccasione per rilanciare lidea, il progetto, la visione del Pd e anche quella per separare il ruolo del segretario da quello del capo della coalizione» la cui coincidenza già con il governo Letta «nostro vicesegretario fino al mese scorso è ormai improponibile».
Cè poi il difficile rapporto con il Pdl nella maggioranza che sostiene il governo, Epifani non nasconde che sulle larghe intese pende «la minaccia delle sentenze attese» di Berlusconi e sussiste il problema «del rapporto tra interessi personali e interessi del Paese». Il Pd, dunque, è «leale al governo che deve durare due anni per fare le riforme ma deve anche fare i conti con Berlusconi».
Ad ascoltare il segretario il sindaco di Firenze Matteo Renzi che lascia la direzione subito dopo la relazione uscendo da una porta secondaria e dribblando i cronisti. Renzi, che sta valutando la sua candidatura al congresso, concede una sola battuta: «Non occupiamoci della mia candidatura, ci sono questioni più importanti nel Paese». Ma certo larrivo di Lotti, suo braccio destro, nella squadra di Epifani è il segnale di un disgelo tra loutsider e il gotha del partito e del resto, fa notare uno dei suoi, da qui a fine anno il sindaco ha tutto il tempo per costruire una candidatura forte, che, con il consenso di più aree democratiche, possa arrivare alla guida del Pd. I big attendono le mosse di Renzi ma in campo per la sfida della leadership ci sono già anche Pippo Civati, che ieri ha confermato la sua candidatura, e Gianni Cuperlo che ha annunciato il suo impegno allassemblea nazionale.
NELLA NUOVA squadra di Epifani 15 persone, quasi tutte quarantenni, rappresentative delle varie anime del Pd: Roberta Agostini, Enzo Amendola, Fausto Raciti, Cecilia Carmassi, Matteo Colaninno, Alfredo DAttorre, Antonio Funiciello, Luca Lotti, Andrea Manciulli, Catiuscia Marini, Alessia Mosca, Pina Picierno, Deborah Serracchiani, Simone Valiante, Davide Zoggia. Tutti pronti, sottolinea Epifani, «per un lavoro immediato».
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