ROMA
«NON CREDO
che il Papa si sia espresso in quel modo sulla Congregazione per la dottrina della fede. Si tratta di un ufficio centrale della Curia romana, sarebbe una mancanza di rispetto». Lontano dalla sua Torino, alle prese con gli esercizi spirituali in montagna, il cardinale Severino Poletto (nella foto Ansa) nega che Francesco possa aver stroncato l’ex Sant’Uffizio. «Credo di conoscerlo abbastanza bene, abbiamo ricevuto la berretta rossa insieme nel 2001».
Guardi, eminenza, che la Santa Sede non ha smentito il resoconto diffuso via web dal sito cileno vicino alla Teologia della liberazione.
«Avranno estrapolato qua e là qualche frase dell’incontro tra il Pontefice e i religiosi latinoamericani. Se vuole governare la Chiesa, il Papa ha bisogno dei dicasteri vaticani. Non può liquidarli. E questo Bergoglio lo sa».
Intanto, però, denuncia la corruzione e la lobby gay nella Curia.
«Tra cardinali nessuno ha mai fatto riferimento a un gruppo di potere omosessuale. Ricordo poi che c’è un documento della Congregazione per l’educazione cattolica in cui si vieta ai gay di diventare preti».
Vuol dire che non ci sono omosessuali in Santa Sede?
«Scusi, non vedo perché dovrei chiedere alle persone il loro orientamento sessuale».
Almeno la corruzione esiste?
«Francesco stesso ammette che la Chiesa è fatta di peccatori. Anzi, lui per primo riconosce le sue colpe».
Non solo, pensa anche di riformare la Curia.
«Che cosa farà il Papa non sono in grado di saperlo. Certo è auspicabile uno snellimento dei dicasteri vaticani. Sono tanti e pesano sul bilancio della Santa sede. Per esempio, si potrebbero accorpare dei pontifici consigli».
Già Benedetto XVI nel 2006 sciolse il dicastero per il dialogo interreligioso in quello per la cultura. Non andò benissimo...
«Lo so, dopo un anno i due consigli sono tornati autonomi: non è mai facile ridurre delle istituzioni».
Giovanni Panettiere