Ravenna, 22 giugno 2013 - NUOVA tegola sul ministro Sefi Idem. Arriva sempre dalla sua Ravenna. Questa volta non riguarda il dossier fiscale sulla casa palestra di Santerno, ma i contributi previdenziali versati per lei dal Comune di Ravenna in un periodo in cui ha ricoperto l’incarico di assessore. Ad aprire questo fronte inedito è Alvaro Ancisi, consigliere nazionale dell’Udc e capogruppo della lista civica locale. Ancisi, ricostruendo gli atti che riguardano la precedente esperienza politica del ministro, ha ‘puntato’ gli 8.642 euro versati dall’amministrazione alla Idem dal giugno 2006 al maggio 2007. Un ‘rimborso’ che va riconosciuto agli amministratori pubblici che si mettano in aspettativa dal loro posto di lavoro. Secondo l’esponente dell’Udc, Sefi Idem in quei dieci mesi figurava come «prima e unica» dipendente dell’associazione Kajak. Da chi era presieduto il club? Da Guglielmo Guerrini, marito della stessa Idem. I versamenti autonomi all’Inps sono iniziati 10 giorni prima che assumesse l’incarico di assessore. Per i successivi 183 giorni l’onere è stato in carico al Comune. Secondo Ancisi, quell’assunzione potrebbe essere stata «fittizia e strumentale» al solo fine del versamento dei contributi, posto che «dal giorno dopo e fino a oggi, non risulta all’istituto di previdenza, alcun altro versamento da parte della Kajak».

IERI, intanto, sono giunti in Procura gli atti relativi alla mancata variazione di destinazione d’uso del piano terra (da abitazione a palestra) della casa di Santerno del ministro.
La Polizia Municipale intanto sta raccogliendo la documentazione relativa all’utilizzo della palestra, alla sicurezza dell’impianto, agli incassi, alle eventuali tessere e ai rapporti fra la Ads Sicul Motori e Sports, la palestra e Guglielmo Guerrini, marito di Sefi Idem. Intanto anche ieri il ministro non ha voluto commentare la vicenda e la richiesta di dimissioni. Durante la sua visita ufficiale a Reggio Emilia, avvicinata dai cronisti, non ha rilasciato dichiarazioni. Rivolgendosi al suo staff ha detto solo. «Tiriamo dritto».
Sul fronte politico, i deputati di Scelta Civica Gian Luigi Gigli e Mario Sberna chiedono al presidente Enrico Letta di chiarire «quali azioni il governo intende porre in atto» per «salvaguardare l’immagine dell’esecutivo» qualora tutta la vicenda venga confermata. Si registra poi il durissimo attacco dell’europarlamentare leghista, Borghezio, che, però, ha finito per creare una cortina di solidarietà protettiva bipartisan nei confronti del ministro.
 

di Carlo Raggi