Alessandro Farruggia
ROMA
GLI F35

accendono ancora i radar della maggioranza. E la tensione sale. Quando gli hanno riferito che il ministro Graziano Delrio (Pd) aveva detto che «sugli F35 bisogna fare una istruttoria, serve una revisione, dobbiamo recuperare risorse per l’emergenza vera, che non è quella della difesa ma quella del lavoro», il ministro della Difesa Mario Mauro (Scelta Civica) ha perso la pazienza. «Evidentemente — ha replicato — c’è stata una crisi di governo e io non me ne sono accorto. Perché sia chiaro, io non ho partecipato a nessun consiglio dei ministri in cui il governo abbia cambiato opinione su questo».

TIRA

aria frizzante sui contestati caccia, con Sel e Cinque Stelle che oggi voteranno una mozione che ne chiede l’oblio e il Pd nel quale monta il dissenso verso una scelta definita, come minimo, non strategica. I dissidenti Pd sono almeno 13 alla Camera e 18 al Senato, e non intendono mollare. «La posizione del ministro della Difesa è irresponsabile e delegittimante verso un Parlamento che sta tentando di realizzare il bene dell’Italia, che per noi non prevede l’acquisto dei caccia» dice un di loro, il vicecapogruppo Gero Grassi. «Il ministro Mauro sbaglia, sugli F35 il Parlamento — conferma il lettiano Francesco Boccia — è sovrano. Il Pd si è impegnato ad elaborare una proposta che tenga conto della nostra sensibilità e delle posizioni del governo, ma sul programma di armamenti la parola spetta solo ed unicamente alle Camere». E proprio Boccia ‘scivola’ su Twitter parlando di F-35. «Non si tratta di fare guerre — cinguetta —, con gli elicotteri si spengono incendi, trasportano malati, salvano vite umane». Immediata la reazione del Web che accusa il presidente della commissione Bilancio alla Camera di non sapere cosa siano i caccia in questione. Lui si difende: «L’esempio degli elicotteri è per spiegare i tanti programmi in corso».
Nel frattempo, il malumore nel partito si sta allargando e per ricomporlo Epifani ha incaricato il capogruppo Pd in commissione Difesa, Giampiero Scanu, di trovare una via d’uscita. Di riunione in riunione, gli sherpa sono al lavoro. Sul tavolo ci sono già alcune bozze. Il testo del Pd sarebbe in fieri e nell’ultima versione ci sarebbe l’invito al governo ad avviare la commissione di indagine e a «non procedere» ad acquisti durante l’inchiesta della commissione Difesa di Montecitorio: sostanzialmente è un rinvio di 6 mesi. Nel testo Pdl, c’è l’ok alla commissione ma nessuno stop all’acquisto.

QUANTO


a Scelta Civica è per confermare il programma ma, avverte il capogruppo Lorenzo Dellai, «con una rimodulazione che tenga conto del nuovo quadro strategico ed economico». Leggi, tagliandolo un pò.
Sostanzialmente, per ora l’intesa manca. «Si sta lavorando e il governo ascolterà tutti fino alla fine — dice Mauro — ma in ogni caso una mozione di maggioranza è l’unica strada possibile». Se sarà possibile raggiungerla. Altrimenti il voto potrebbe slittare alla prossima settimana, con una fetta del Pd pronto a sganciarsi.