Donatella Barbetta
VICENZA
LA VOSTRA è una scuola modello: da due anni i punteggi Invalsi svettano molto più in alto della media nazionale. Qual è il segreto?
«Più che modello, ci riteniamo una scuola seria — risponde la professoressa Lucia Petroni del liceo scientifico Quadri di Vicenza, referente per la valutazione — e affrontiamo seriamente anche le prove Invalsi: non non addestriamo specificamente i nostri studenti ai test, ma chiediamo loro il massimo. I ragazzi si sentono carichi, con la voglia di fare bene perché consapevoli di appartenere a una squadra vincente».
Comunque, il livello è alto?
«Abbiamo ragazzi bravissimi, bravi e dal rendimento normale a cui chiediamo grande impegno. Dietro di loro ci sono genitori che pretendono i risultati e non contestano gli insegnanti per il troppo lavoro, perché sanno che le superiori sono un investimento per il futuro».
Ricordiamo i vostri risultati eccellenti?
«Nel 2010-2011 in italiano 86,90 punti su una media nazionale di 69,90 e in matematica 75,40 contro 47,90. Lo scorso anno, invece, punteggi leggermente inferiori in matematica, 73,9 su una media di 52,1 perché abbiamo avuto una diminuzione per presunto






cheating — la copiatura o il suggerimento — mentre in italiano di metà classi non abbiamo avuto i risultati e decurtazioni nelle restanti».
Ma il ‘taglio’ dei voti non l’avete mandato giù?
«No. E infatti il preside Edoardo Adorno ha scritto una lettera al responsabile delle prove Invalsi in cui sottolineava la ‘non perfetta taratura degli strumenti statistici’. Tra l’altro, lo scorso anno la prova di italiano era troppo facile e i nostri ragazzi sono andati benissimo ma non hanno copiato. Dispiace vedere vanificato l’impegno messo in campo per l’autovalutazione».
L’autovalutazione è, quindi, uno dei punti di forza della scuola?
«Certo. Oltre ad aver aderito già come istituto campione all’Invalsi, partecipiamo al progetto nazionale Vales basato su parametri che riguardano studenti e insegnanti. Per i ragazzi abbiamo anche attivato una collaborazione con l’Università di Padova, che paghiamo, per essere informati sul loro rendimento nelle facoltà. E poi c’è un corpo insegnante stabile, raramente registriamo trasferimenti in uscita».
E quest’anno come è andata con l’Invalsi?
«Ancora non sappiamo. Il ministro ha diffuso i dati delle classi campione. Però avremo i risultati a settembre e non più a Natale o anche dopo. È un bel vantaggio, perché potremo stendere la programmazione alla luce degli eventuali punti deboli e quindi intervenire».