Andrea Cangini

ROMA, 29 luglio 2013 - GIÀ SVUOTATA di potere e di senso, la politica è sospesa in attesa di vedere cosa deciderà domani la Cassazione sul processo Mediaset e quali saranno le ripercussioni su partiti e governo. Un buio pesto, illuminato dai lampi di genio e dai vaticini di un grande vecchio del Palazzo: l’ex ministro socialista Rino Formica.

Formica, la consultiamo come un oracolo: cosa ci aspetta?
«Intanto, ritengo probabile la condanna di Berlusconi, perché una parte importante della Cassazione confida nelle ricadute negative sul governo».

Perché?
«Perché, se il governo cade, il prossimo anno si terranno le elezioni politiche e non i referendum radicali sulla Giustizia, che assai poco piacciono ai magistrati».

E il governo cadrà?
«Bisognerebbe chiederlo a quei ministri che il Pds ritirò dal governo Ciampi quando nell’aprile del ’93 la Camera negò l’autorizzazione a procedere contro Craxi».

Perché ricorda quel fatto?
«Perché quella fu la prima volta che gli eredi del Pci andarono al governo dal 1947, eppure bastò un avviso di garanzia per un reato tutto sommato politico come il finanziamento illecito per sospingerli verso un ideale di purezza assoluta».

Che fa, sfotte?
«No, ricordo i fatti».

Il dalemiano Sposetti ci ha detto che l’eventuale condanna di Berlusconi devasterà il Pd...
«Sposetti ha perfettamente ragione, l’onda d’urto della condanna spaccherà il Pd, non il Pdl».

Dunque il governo cadrà?
«No, il governo non può cadere».

Perché no?
«Perché il sistema politico è così stremato da non avere alternative. Il governo non cadrà per ragioni di interesse nazionale, perché Napolitano è contrario, perché Berlusconi non è così stupido da farlo cadere né, tutto sommato, lo sono gli attuali dirigenti del Pd».

Cosa farà Berlusconi?
«Potrà finalmente liberarsi del Pdl, darà vita ad un partito personale che poi affiderà a un successore dinastico».

Marina Berlusconi?
«Marina Berlusconi».

Si può dunque far politica pur non essendo in parlamento?
«Diciamo che ormai nessuno è in condizioni di ‘fare politica’. Sento discorsi misteriosi, incomprensibili. Perché il Pd ha rinviato il voto sulle regole congressuali? Boh. In tutti i partiti europei si sta discutendo la linea politica con cui andare alle elezioni del 2014, in Italia, Paese eurotossico, il solo ad essersi posto il problema è Grillo, che ci andrà su posizioni antieuropee...».

Crede che Renzi drammatizzerà l’eventuale condanna di Berlusconi per minare il governo?
«Renzi è un Grillo imbottigliato: ha i temi cinquestelle, ma non è nelle condizioni di svilupparli».

Dunque?
«Dunque, certo che soffierà sul fuoco: dirà che è una gran brutta cosa governare con un condannato per frode fiscale, ma gli altri del Pd ci metteranno una pezza».

Perché?
«Perché in quel partito il governismo è maggioritario: non hanno nient’altro che questo governo a cui attaccarsi. Faranno un bel comunicato per dire che la Giustizia va rispettata, e nell’ultima riga ci sarà scritto che il governo, però, è un’altra cosa».

C’è chi teme che le larghe intese siano destinate a proseguire...
«Sì, ma non su queste basi. I governi di larghe intese nasceranno in tutt’Europa nel quadro di un ritorno ai nazionalismi, per evitare che tale spinta sia nelle sole mani dell’estrema destra. Si farà allora quel che non si fece nel ’19 e nel ’20. Di buono c’è che la magistratura, così come il potere finanziario, sarà di conseguenza risospinta nei suoi spazi naturali».