Cristina Rufini
GROSSETO
UN ERRORE. Qualsiasi ricostruzione emergerà di quanto accaduto nel pomeriggio di domenica allospedale Misericordia di Grosseto, Sergio Fiorini, 76 anni, è morto per un errore. A lui quella sacca di sangue non doveva essere somministrata.
Con il maremmano salgono a cinque, dal 2009 a oggi, i decessi dovuti a problemi nelle procedure per la somministrazione di sangue. Cè uninchiesta aperta della procura di Grosseto per chiarire tutte le fasi che hanno portato alla tragedia di domenica, ma stando alla prima ricostruzione sembra che Fiorini non dovesse ricevere alcuna trasfusione che, invece, avrebbe dovuto essere fatta al paziente vicino, nel reparto di rianimazione. «Per un errore di identificazione che si è verificato nonostante le procedure di sicurezza hanno spiegato dalla direzione dellAzienda sanitaria al paziente è stato somministrato sangue destinato a un altro ricoverato. Il personale sanitario si è reso conto dellerrore e ha immediatamente proceduto con le terapie del caso. Purtroppo, malgrado lintervento dei medici, il quadro clinico già fortemente compromesso è peggiorato fino al decesso». In realtà sembra che a Fiorini siano stati somministrati due millilitri del totale della sacca di sangue che, però, sarebbero stati sufficienti per rendere la situazione irreparabile.
«NON ABBIAMO intenzione di commentare» si è limitato a dichiarare il figlio Stefano. «Attendiamo lesito delle indagini». Suo padre, comunque, è morto per una trasfusione che non doveva subire. Fiorini, agente di commercio in pensione, era stato ricoverato in ospedale alcune settimane fa per una grave forma di polmonite. Condizioni che erano andate peggiorando, fino al trasferimento nel reparto di rianimazione, dove domenica si è consumata la tragedia. La procedura di somministrazione, come da prassi, è stata eseguita da un medico e da un infermiere. Sempre in due, per sicurezza. Ma in questo caso, come in altri quattro dal 2009 a oggi, non è stato sufficiente a evitare lerrore e la tragedia. Sulla vicenda sono state aperte due inchieste: una interna dellAsl grossetana e una della procura, avviata dopo lesposto dei familiari. Il sostituto Laura DAmelio ha disposto lautopsia sul corpo di Fiorini, che sarà eseguita giovedì dallequipe di medicina legale di Siena. Già da oggi, comunque, potrebbero partire gli avvisi di garanzia ai sanitari del Misericordia che hanno avuto a che fare con il paziente, nel corso della degenza.
«Non abbiamo ancora un numero certo ha spiegato il procuratore Francesco Verusio , ma potrebbero essere una decina. Per garantire tutti». Negli ultimi tre anni, dal 2009 al 2012, gli errori per scambi di sacche di sangue sono avvenuti 40 volte, secondo i dati forniti dal ministero della salute. In 20 casi lerrore è stato proprio per lutilizzo dellunità non destinata al paziente, in altri 10 è stata somministrata al paziente errato e in due cè stata lerrata etichettatura della sacca.
GROSSETO
UN ERRORE. Qualsiasi ricostruzione emergerà di quanto accaduto nel pomeriggio di domenica allospedale Misericordia di Grosseto, Sergio Fiorini, 76 anni, è morto per un errore. A lui quella sacca di sangue non doveva essere somministrata.
Con il maremmano salgono a cinque, dal 2009 a oggi, i decessi dovuti a problemi nelle procedure per la somministrazione di sangue. Cè uninchiesta aperta della procura di Grosseto per chiarire tutte le fasi che hanno portato alla tragedia di domenica, ma stando alla prima ricostruzione sembra che Fiorini non dovesse ricevere alcuna trasfusione che, invece, avrebbe dovuto essere fatta al paziente vicino, nel reparto di rianimazione. «Per un errore di identificazione che si è verificato nonostante le procedure di sicurezza hanno spiegato dalla direzione dellAzienda sanitaria al paziente è stato somministrato sangue destinato a un altro ricoverato. Il personale sanitario si è reso conto dellerrore e ha immediatamente proceduto con le terapie del caso. Purtroppo, malgrado lintervento dei medici, il quadro clinico già fortemente compromesso è peggiorato fino al decesso». In realtà sembra che a Fiorini siano stati somministrati due millilitri del totale della sacca di sangue che, però, sarebbero stati sufficienti per rendere la situazione irreparabile.
«NON ABBIAMO intenzione di commentare» si è limitato a dichiarare il figlio Stefano. «Attendiamo lesito delle indagini». Suo padre, comunque, è morto per una trasfusione che non doveva subire. Fiorini, agente di commercio in pensione, era stato ricoverato in ospedale alcune settimane fa per una grave forma di polmonite. Condizioni che erano andate peggiorando, fino al trasferimento nel reparto di rianimazione, dove domenica si è consumata la tragedia. La procedura di somministrazione, come da prassi, è stata eseguita da un medico e da un infermiere. Sempre in due, per sicurezza. Ma in questo caso, come in altri quattro dal 2009 a oggi, non è stato sufficiente a evitare lerrore e la tragedia. Sulla vicenda sono state aperte due inchieste: una interna dellAsl grossetana e una della procura, avviata dopo lesposto dei familiari. Il sostituto Laura DAmelio ha disposto lautopsia sul corpo di Fiorini, che sarà eseguita giovedì dallequipe di medicina legale di Siena. Già da oggi, comunque, potrebbero partire gli avvisi di garanzia ai sanitari del Misericordia che hanno avuto a che fare con il paziente, nel corso della degenza.
«Non abbiamo ancora un numero certo ha spiegato il procuratore Francesco Verusio , ma potrebbero essere una decina. Per garantire tutti». Negli ultimi tre anni, dal 2009 al 2012, gli errori per scambi di sacche di sangue sono avvenuti 40 volte, secondo i dati forniti dal ministero della salute. In 20 casi lerrore è stato proprio per lutilizzo dellunità non destinata al paziente, in altri 10 è stata somministrata al paziente errato e in due cè stata lerrata etichettatura della sacca.
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