Paolo Galliani
MILANO
PIÙ CHE una provocazione, uno tsunami. Nei giorni scorsi, Ernesto Preatoni, limprenditore-pioniere che ventanni fa aveva trasformato un pezzo di deserto egiziano in unoasi di villette e villaggi balneari, aveva annunciato di voler regalare 5mila soggiorni all inclusive di una o più settimane nel suo Domina Coral bay ai vacanzieri disposti a partire per Sharm El Sheikh entro il 21 settembre. Motivo: dimostrare che sulle sponde del suo amato Mar Rosso non cè traccia della tensione che sta sconvolgendo le maggiori città egiziane. E il botto è arrivato: il sito www.dominacoralbay.com subissato di richieste, prenotazioni in tilt, disponibilità free volatilizzate in 5 ore e un mare di commenti postati in Rete o su Facebook, quasi a marcare la voglia diffusa di riappropriarsi di una meta cult dellesotismo a poche ore da casa.
TURISTI irresponsabili al limite dellautolesionismo? Difficile sostenerlo: cè di tutto tra chi si presenta ai banchi di partenza per Sharm da Orio al Serio e Malpensa con borse piene di creme solari, cappellini e infradito. Piuttosto un pragmatismo declinato con la convenienza economica, condito con una spruzzata di fatalismo. Paola Rossi, 45 anni, è in partenza: «Avevo saputo dellidea di Preatoni e ho bloccato il volo: 110 euro con Easy Jet da Bergamo, e mi farò una settimana sul Mar Rosso a costo zero. Preoccupata? Lei conosce posti dove non ci siano rischi?».
Preatoni insiste: assurdo lo Sconsiglio per i viaggi a Sharm. Difficile parlare di inferno dopo avere inventato il paradiso. «A Sharm sono in pericolo i posti di lavoro di decine di italiani e di 2mila egiziani», aggiunge il patron del Coral Bay, confermando linvio al ministro Bonino di una lettera. Toni duri: «Sconsigliare ai turisti di visitare lEgitto sta portando povertà. Le chiedo di rivedere la posizione della Farnesina».
Una crociata. Con un occhio ai turisti italiani, ormai abituati a metabolizzare le emergenze cicliche dellEgitto. Era successo nel 2005 dopo lattacco terroristico al Ghazala Hotel di Sharm. E sta succedendo di nuovo. Michela Rotondo ha appena prenotato laereo per settimana prossima: un salto su facebook per aggiudicarsi il soggiorno free a Sharm, un calcio alla paura «perché il Coral Bay è un posto super-protetto» e un po di buonsenso («Basta evitare le escursioni nel Sinai»). Qualcuno le consiglia, una volta a Sharm, di ascoltare i notiziari internazionali. Ma Michela ha le sue certezze: «In vacanza niente Tv. E poi con linglese non me la cavo bene». Forse è meglio così.
MILANO
PIÙ CHE una provocazione, uno tsunami. Nei giorni scorsi, Ernesto Preatoni, limprenditore-pioniere che ventanni fa aveva trasformato un pezzo di deserto egiziano in unoasi di villette e villaggi balneari, aveva annunciato di voler regalare 5mila soggiorni all inclusive di una o più settimane nel suo Domina Coral bay ai vacanzieri disposti a partire per Sharm El Sheikh entro il 21 settembre. Motivo: dimostrare che sulle sponde del suo amato Mar Rosso non cè traccia della tensione che sta sconvolgendo le maggiori città egiziane. E il botto è arrivato: il sito www.dominacoralbay.com subissato di richieste, prenotazioni in tilt, disponibilità free volatilizzate in 5 ore e un mare di commenti postati in Rete o su Facebook, quasi a marcare la voglia diffusa di riappropriarsi di una meta cult dellesotismo a poche ore da casa.
TURISTI irresponsabili al limite dellautolesionismo? Difficile sostenerlo: cè di tutto tra chi si presenta ai banchi di partenza per Sharm da Orio al Serio e Malpensa con borse piene di creme solari, cappellini e infradito. Piuttosto un pragmatismo declinato con la convenienza economica, condito con una spruzzata di fatalismo. Paola Rossi, 45 anni, è in partenza: «Avevo saputo dellidea di Preatoni e ho bloccato il volo: 110 euro con Easy Jet da Bergamo, e mi farò una settimana sul Mar Rosso a costo zero. Preoccupata? Lei conosce posti dove non ci siano rischi?».
Preatoni insiste: assurdo lo Sconsiglio per i viaggi a Sharm. Difficile parlare di inferno dopo avere inventato il paradiso. «A Sharm sono in pericolo i posti di lavoro di decine di italiani e di 2mila egiziani», aggiunge il patron del Coral Bay, confermando linvio al ministro Bonino di una lettera. Toni duri: «Sconsigliare ai turisti di visitare lEgitto sta portando povertà. Le chiedo di rivedere la posizione della Farnesina».
Una crociata. Con un occhio ai turisti italiani, ormai abituati a metabolizzare le emergenze cicliche dellEgitto. Era successo nel 2005 dopo lattacco terroristico al Ghazala Hotel di Sharm. E sta succedendo di nuovo. Michela Rotondo ha appena prenotato laereo per settimana prossima: un salto su facebook per aggiudicarsi il soggiorno free a Sharm, un calcio alla paura «perché il Coral Bay è un posto super-protetto» e un po di buonsenso («Basta evitare le escursioni nel Sinai»). Qualcuno le consiglia, una volta a Sharm, di ascoltare i notiziari internazionali. Ma Michela ha le sue certezze: «In vacanza niente Tv. E poi con linglese non me la cavo bene». Forse è meglio così.
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