MILANO, 15 SETTEMBRE 2013 - PER LE IMPRESE, oltre che un salasso, il Fisco è anche un ginepraio burocratico. Per gli italiani tutti, una pena «accessoria» alla crisi. Un Marco Venturi più esasperato che mai ha tracciato così lo scenario dell’Italia 2013 aprendo il meeting dell’associazione che presiede, la Confesercenti. Con i suoi prelievi fiscali, dice Venturi, lo Stato è diventato «il socio di maggioranza delle nostre imprese»; si accaparra il 55% dei profitti, addirittura il 68% per le piccole e medie aziende.
E lo fa, perdipiù, vessandole con un diluvio di adempimenti. Solo nei prossimi tre mesi, per esempio, ogni impresa dovrà affrontarne 187, al ritmo di due al giorno, per un valore totale, escluse Iva e Irpef, di 100 miliardi. L’alluvione di scartoffie è una delle cause, e non l’ultima, della crescente difficoltà del sistema produttivo italiano. Che quest’anno perderà altre 101 mila aziende a causa, spiega Venturi, dell’effetto combinato di «crisi, alte tasse, troppa burocrazia».
All’orizzonte, poi, si profila l’aumento dell’Iva. Per il presidente di Confesercenti «è una stupidità, una beffa per gli italiani». Su una famiglia media peserà per 100 euro l’anno, aumentando l’esborso in tasse da 3.407 a 3.505 euro. E comunque «non porterà allo Stato i 3 miliardi attesi, anzi — dice Venturi — farà perdere 300 milioni deprimendo i consumi».
Negli ultimi 5 anni, calcola Confesercenti, i nuclei familiari hanno tagliato le spese mediamente di 4 mila euro l’anno per far fronte a un calo del reddito disponibile di 98 miliardi. Andando avanti così verranno a mancare dalle tasche degli italiani altri 60 miliardi nei prossimi 12 mesi, portando il totale a 145 miliardi. Impossibile, in questa situazione, anche immaginare una ripresa.

SECONDO Venturi «il 2013 non è l’anno della ripresa e non lo sarà neppure il 2014» e solo nel 2019 l’economia italiana tornerà ai livelli pre crisi. Nonostante ciò «qualcosa si comincia a vedere, c’è un allentamento, tenderemo mano mano a perdere di meno fino a tornare in territorio neutro poi positivo; ma è un percorso difficile». Lo sarà ancora di più se piomberemo in una nuova crisi di governo. Per questo Venturi conclude chiedendo alla politica di «smettere di guardare se stessa» per rivolgersi «ai problemi delle famiglie e delle imprese».

m. d. e.