DI ANDREA CANGINI

Roma, 30 settembre 2013 - Senatore Matteoli, sembra proprio che vi siate infilati in un vicolo cieco e che a comandare siano i falchi...
"Mah, i falchi... La verità è che in questa fase il primo dei falchi si chiama Silvio Berlusconi".
Vero, com’è vero che ha prevalso la linea di Verdini e della Santanchè.
"Non li metterei sullo stesso piano. Verdini è un culo di pietra che passa la giornata a lavorare come un matto per il partito...".
E la Santanchè?
"La Santanchè di sicuro non passa la giornata a lavorare. E’ un fenomeno televisivo. Cosa vuole, anche se ho l’impressione che gli italiani si stiano un po’ rompendo le scatole, purtroppo a fare audience sono quelli che strillano, non quelli che ragionano".
Il Pdl è un partito che strilla.
"Sì, oggi è così. Ma è in corso un dibattito e stavolta andremo fino in fondo".
Su cosa verte il dibattito?
"Il tema è: chi decide gli incarichi e la linea politica".
Tema ozioso, decide Berlusconi.
"No, non più. Fino ad oggi è andata così, e infatti l’unico caso in cui il partito ha votato è stato quando Angelino Alfano è diventato segretario. Ma tutti gli altri incarichi sono stati calati dall’alto".
Da domani, dunque?
"Da domani Silvio Berlusconi, che resta il nostro leader, potrà fare delle proposte, ma ogni proposta andrà votata dagli organismi del partito".
Già nel 2009 avete passato mesi a dibattere sulla "fine della monarchia" berlusconiana, ma la repubblica non è mai nata.
"E’ vero, ma stavolta è diverso. Il disagio è enorme e a farsene carico sono personaggi come Cicchitto, Quagliariello, la Lorenzin... Tutta gente che viene da Forza Italia, mica da An".
Prevede una scissione?
"No, la escludo. Alla riunione dei gruppi con Berlusconi voglio proprio vedere quanti se la sentiranno di alzarsi e dire che non sono d’accordo".
Lo vede che rimarrete una monarchia?
"Non è questo il punto, è che non ci sono alternative: che facciamo, saltiamo in un gruppetto sul carro della sinistra e mandiamo avanti il governo del Pd? Non avrebbe senso, sarebbe un tradimento e come dimostra l’eclissi di Gianfranco Fini il tradimento non paga".
Vi manca un leader alternativo a Berlusconi, giusto?
"Purtroppo i leader non si costruiscono in laboratorio: o ci sono o non ci sono".
Non ci sono.
"Non ci sono. Abbiamo tanti giovani di valore, ma veri e propri leader io non ne vedo".
Chissà, se Fini fosse stato meno avventato...
"Già, magari... Invece ha strafatto, ha giocato una mano di poker rilanciando l’intera posta. E a perso".
A questo punto, non vi resta che l’azzardo elettorale.
"Spero di no, il Paese è in una situazione economica incompatibile con la paralisi che deriverebbe da nuove elezioni politiche, che si sommerebbero alle europee e alle amministrative".
E allora, in cosa spera?
"Che prevalga il buonsenso. Questa tappa l’hanno vinta coloro che vogliono la crisi, ma il giro è ancora lungo. Io sono un trattativista, mi auguro ci siano le condizioni per sgombrare il tavolo del governo dalle cartacce accumulate fino ad oggi e per ripartire con un programma di sei o sette punti finalizzati al rilancio dell’economia".
Le sembra possibile?
"Mi sembra necessario".