RICCIONE, 21 OTTOBRE 2013 - I CONTI all’Inps non tornavano. In cinque anni il pensionato riccionese Emilio Casali aveva percepito una somma più alta del dovuto. E quella cifra indebitamente intascata dall’85enne ex commerciante andava restituita. Pochi giorni fa il pensionato si è visto recapitare a casa una raccomandata con il bollettino: devi pagare 0,01 euro. Un centesimo tondo tondo. Sembrava uno scherzo, ma nel Paese della (mala) burocrazia è tutto vero. Il ‘maltolto’ è stato percepito dal signor Casali tra il primo gennaio 1996 e il 31 dicembre 2000. A tredici anni di distanza l’Inps gli ha presentato il conto, avvertendo però il pensionato della possibilità di rateizzare il pagamento. «Non volevo credere ai miei occhi — dice Emilio Casali, ex titolare di una boutique nel centralissimo viale Dante di Riccione — Non riuscivo a capire, mi sembrava assurdo. Per un attimo ho pensato che ci fosse dietro dell’altro».

E INVECE dietro non c’è nulla, solo il bollettino per il versamento. Il pensionato dovrà saldare il suo debito entro il 14 novembre, ma «nel caso volesse impugnare il provvedimento potrà presentare un ricorso esclusivamente online entro 90 giorni dalla comunicazione» spiega l’Inps. Che nella lettera inviata a Casali spiega il motivo della richiesta di risarcimento. «Sono state corriposte quote di pensione non spettanti, in quanto l’ammontare dei redditi personali è superiore ai limiti previsti dalla legge». Ci sono voluti ben 13 anni per accorgersi dello ‘scandaloso’ errore che ha portato nelle tasche dell’ex commerciante riccionese la bellezza di un centesimo. Che in tutto questo tempo potrebbe anche aver speso quella mirabolante cifra.

SBIGOTTITO il figlio di Emilio, Claudio Casali: «Al momento non paghiamo, stiamo a vedere cosa succederà dopo la scadenza del 14 novembre. Poi decideremo il da farsi, magari sceglieremo di rateizzare l’importo... Se incorriamo negli interessi di mora vedremo come faranno a calcolarli. Quello che è successo a mio padre è un’assurdità. Mi chiedo se l’Italia può essere considerato un Paese con un futuro se spende 5 euro per la raccomandata, più i soldi della carta e quelli per l’impostazione della pratica che ha impegnato i dipendenti. Euro che si aggiungono a quelli che spenderemo noi per andare alla posta e per pagare le commissoni del bollettino. Tutto questo per un centesimo. Se l’Inps volesse proprio incassare questa poderosa cifra avrebbe potuto farlo trattenendola dalla pensione». Ma così sarebbe stato troppo facile.

 

di Filippo Graziosi