Gilberto Dondi

Andrea Zanchi
BOLOGNA
VASCO



Errani (foto Ansa) rompe il silenzio e prende la parola per difendere la ‘sua’ Regione, quell’Emilia Romagna che governa dal ’99 e della quale è l’indiscusso punto di riferimento, senza distinzioni politiche o di partito. Soprattutto adesso. Soprattutto dopo la pubblicazione delle notizie sulle spese ‘pazze’ su cui indaga la Procura, rimborsate tra 2010 e 2011 a numerosi consiglieri, che hanno sconvolto l’opinione pubblica. «Non si può mettere l’istituzione Regione in un frullatore — ha detto Errani ieri, a margine del consiglio regionale, il primo dall’inizio della bufera — Non si può». Una difesa appassionata e sincera di un modello, quello emiliano, che in queste settimane ha mostrato impietosi i segni dell’usura.

«L’EMILIA

Romagna è quello che è — ha ribadito Errani —, con i suoi servizi, le scelte nel governo, per il lavoro, l’industria, la salute, il terremoto. Non bisogna confondere, perché quando tutto è confuso non si fa un buon servizio ai cittadini. L’amarezza mia corrisponde al disagio più che comprensibile della gente. Ma bisogna dire che tutto ciò di cui si sta discutendo, ora, non è più possibile. Pranzi, cene... non sono più possibili» perché l’Emilia Romagna ha già cambiato le regole.
E sulle indagini in corso: «Le indiscrezioni non si possono commentare — ha sottolineato il governatore, invitando a verificare le informazioni che circolano in questi giorni —. Se le indagini dovessero evidenziare irregolarità, e io sono convinto del contrario, ciascuno si assumerà le proprie responsabilità». Infine, un omaggio a Marco Monari, l’ex capogruppo de Pd, di cui Errani ha lodato le dimissioni, fatte per tutelare il gruppo «che con lui ha fatto un lavoro importante e onesto».

NEL FRATTEMPO,


continuano a emergere le spese, decisamente discutibili, dei gruppi. Per Natale 2010, il Pd ha speso 8mila euro in zamponi, panettoni, spumante Ferrari, aceto balsamico, Parmigiano Reggiano e agendine. Staccato il Pdl, che per libri e agendine si è fatto rimborsare 3mila euro. Seguono la Lega con 800 euro in panettoni, Sel-Verdi con 2.200 in omaggi e «buoni regalo istituzionali» e l’Udc con mille euro in alimentari e vini. Bravi i grillini, la cui spesa è pari a zero. Poi c’è la voce trasporti, cioè rimborsi chilometrici, auto blu, treni e benzina: il più spendaccione è il Pdl, che con 12 consiglieri ha speso 277mila euro, mentre il Pd con il doppio di consiglieri si ferma a 85mila; poi i grillini, 8mila euro in due. Per giornali e libri il rapporto s’inverte: il Pd sale a 89mila euro, il Pdl scende a 33mila e i grillini si fermano a 200 euro. C’è poi il capitolo pranzi e cene, dove il top scorer è il forlivese Luca Bartolini con 44mila euro (per tavolate da 10-20 persone), mentre spunta un rinfresco da 500 euro pagato dal piacentino Andrea Pollastri per la visita del sottosegretario Luigi Casero nel 2010. Infine, l’ex capogruppo Pd Marco Monari ha chiesto il rimborso per una stilografica di pregio da 500 euro, mentre l’ex capogruppo Pdl Luigi Villani per un regalo da 300 euro a un parlamentare pidiellino.