dall’inviato
NEW YORK
CHIRLANE
in rosso come Chiara, Dante con una testa afro impressionante e Bill, il gigante, con una cravatta a righe rossa e i calzini azzurri. Sembrano impacciati e comici, ma in realtà si divertono. Quando l’intera «De Blasio family» si china sul palco della Park Slope Armory a Brooklyn nella notte del trionfo per battere la mano a terra in una sorta di danza propiziatoria (nella foto in basso) si capisce subito che la svolta di Manhattan, col nuovo sindaco ‘italiano’, è già iniziata. Una moglie di colore poetessa, attivista ed ex lesbica, un figlio di 16 anni che frequenta la scuola superiore del quartiere che buca il video ed è già una star. Una ragazza di 18 anni che studia liberal art in un college della California e va in giro con corone di rose fresche in testa, sicuramente non rappresentano il prototipo della classica famiglia newyorchese bianca che vive tra i grattacieli di cristallo, o della borghesia nera che popola le town house rinnovate di Harlem.

I «DE BLASIO»

anche intorno al tavolo di cucina nella loro casa di Brooklyn, con un mutuo da 3.300 dollari al mese da pagare, sono già la sintesi di una moderna e aperta famiglia multietnica, che un successo travolgente ha spinto da ieri notte sotto i riflettori.
Abbordabili, alla mano, quasi stravaganti negli accostamenti di colori e nelle acconciature, amici di scuola con cinesi, spagnoli e russi, «trasgressivi» visto che il padre «all’italiana» permette loro di bere vino a tavola, impegnati nelle tematiche sociali fin da giovanissimi come Bill e la madre, i figli del nuovo padrone di Manhattan, non sono mai entrati nell’impenetrabile campana protettiva che ha isolato e protetto per 12 anni Giorgina ed Emma, le figlie del suo predecessore ultra miliardario.

ANCHE «GRACE MANSION»


— la residenza ufficiale del sindaco nel Carl Schurz Park sulla ottantottesima strada che Bloomberg non ha mai abitato per un minuto, ma ha pagato milioni di dollari di tasca propria per ristrutturarla e riaffrescarla — tornerà a vivere, diventando «la casa di tutti i newyorchesi». C’è molta attesa e curiosità per l’arrivo del nuovo clan nell’Upper East Side. E non è detto che per esaudire il desiderio di Bill il «gigante rosso», nel giorno del suo insediamento, non arrivi anche Bruce Springsteen dall’altra sponda dell’Hudson River per cantare «Born in the Usa».
Giampaolo Pioli