MILANO
DOPO
greci, portoghesi e spagnoli siamo il Paese europeo che ha gli stipendi più bassi. Ma i nostri dirigenti pubblici sono i più pagati d’Europa con compensi pari a quasi il triplo della media Ocse. Secondo un rapporto dell’Organizzazione a cui aderiscono i 34 Paesi più sviluppati, la media degli stipendi percepita dai dirigenti pubblici italiani era due anni fa di 650mila dollari (483mila euro) contro i 232mila (172mila euro) degli altri Paesi. Ai dati dell’Ocse, che ha anche evidenziato la nostra bassa fiducia nei Governi (28%), nel sistema giudiziario (38%) e in quello sanitario (55%), ha fatto subito le pulci il ministero della Funzione pubblica ricordando che da noi incidono tasse e contributi molto più alti (circa il 40%) e che i dati si riferiscono al 2011, mentre dal 2012, con il decreto Salva-Italia di Monti, è stato imposto un tetto di 302.937 euro lordi per i dirigenti pubblici, che corrisponde al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione.

MA LA LEGGE

non vale per tutti, mentre, in base alle norme introdotte quest’estate dal Governo Letta dovrebbe scattare per i manager delle aziende pubbliche che non rientrano nel tetto, un taglio dei compensi del 25%. Esiste poi la galassia di enti e società locali, sulle quali potrebbe cadere la scure del commissario alla spending review Carlo Cottarelli (che già percepisce uno stipendio di 260mila euro, cioè inferiore al tetto). In attesa dei tagli, secondo l’Ocse, che ha fatto la classifica considerando i ministeri degli Interni, Finanze, Giustizia, Istruzione, Salute e Ambiente, dopo gli stipendi dei manager pubblici italiani vengono quelli dei neozelandesi (397 mila dollari). In Francia la media è di 260 mila dollari, in Germania 231 mila, in Gran Bretagna 348 mila e negli Usa di 275mila. Ad alzare la media c’è l’onorario di Obama (circa 300mila euro: ad aprile aveva ridotto del 5% il suo stipendio).

MA QUANTO

prendono i dirigenti della pubblica amministrazione in Italia? Secondo i dati resi noti a febbraio del 2012 dall’ex ministro Filippo Patroni Griffi, l’ex Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio percepiva 562mila euro; il capo di gabinetto del Mef, Vincenzo Fortunato prendeva 536mila euro, 481mila il direttore dei Monopoli Raffaele Ferrara, 412mila il segretario generale degli Esteri Giampiero Massolo e 364mila il capo della Protezione Civile Gabrielli. Tra i presidenti delle Authority si andava dai 387mila di Vegas (Consob) ai 475mila di Pitruzzella (Antitrust) e Borboni (Energia). Il comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallittelli guadagnava 462mila euro e quello del Corpo Forestale, Cesare Patrone, 362mila.
Un po’ di più dei 304mila di Attilio Befera (Agenzia delle Entrate), esclusi però i compensi in Equitalia, mentre Antonio Mastrapasqua da presidente Inps si fermava a 216mila — ma prenderebbe almeno quattro volte di più sommando gli altri incarichi. Certo, c’è chi, come il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha dato il buon esempio tagliandosi da solo del 30% la busta paga a 495mila euro. Che restano però sempre superiori ai 377mila di Draghi (Bce) e allo stipendio dell’ex numero uno della Fed, Ben Bernanke che, pur essendo il banchiere più potente del mondo, si accontentava di 146mila euro.
Achille Perego