Beatrice Bertuccioli
ROMA
IL PAESE

ha bisogno di un ricambio generazionale per quanto riguarda la classe politica e la classe dirigente. «Lasciamo il campo libero a chi ha 35 anni», esorta Diego Della Valle, riferendosi anche al banchiere ottantenne Giovanni Bazoli. Secondo il patron di Tod’s, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «dovrebbe chiamare queste persone, una ad una», cioè gli anziani, e chiedere «di fare un passo indietro». Ospite ieri dell’Intervista di Maria Latella, su Sky, Della Valle ha affrontato vari temi, dalla situazione politica e economica italiana al turismo, dalla crisi che ancora frena la ripresa al restauro del Colosseo.

L’IMPRENDITORE

ha parole di apprezzamento per il premier Letta. «È una persona che quando gira per il mondo — afferma — non ci fa fare brutta figura, è preparato e perbene». E sull’esecutivo: «È un governo giovane, che significa avere più energie e che non ha tutto quel colesterolo che caratterizza la politica e gli apparati ministeriali e oggi rovina l’Italia». Ora, però, da Letta, si aspetta un cambio di passo. «Oggi che ha più libertà di ieri — sottolinea — ci faccia vedere con più determinazione cosa sa fare e quindi lasciamolo lavorare». Per l’imprenditore «serve che Napolitano prenda in mano la situazione e che il governo possa lavorare senza cadere in trappola ogni dieci minuti». Perché si deve «tornare a pensare alle famiglie e al mondo del lavoro», mentre la crisi persiste e la ripresa non c’è ora e nemmeno a breve, e «forse la vedremo alla fine del prossimo anno». E le famiglie chiedono «una sanità che funzioni e sicurezza, per circolare per strada in modo decente», e per questo «bisogna supportare polizia e carabinieri che guadagnano poco e spesso sono bistrattati». Ma serve anche «lavoro e cultura, perché bisogna mandare i figli a scuola affinché imparino come stare al mondo e nel mondo del lavoro».

BISOGNA

anche spiegare all’Europa, «e in primis alla Germania, che il nostro Paese con quelle regole e questa pressione non riuscirà a ripartire». Occorre un’Europa che aiuti gli Stati, mentre «chi ha sottoscritto accordi troppo vincolanti per il Paese ha fatto male, non se ne è reso conto, ma si riparta da lì».
Della Valle ha anche precisato che non finanzierebbe una campagna elettorale di Matteo Renzi. Non la finanzierebbe in modo diverso da come potrebbe farlo un qualsiasi cittadino, per non correre il rischio che il gesto venga male interpretato e si pensi a una vicinanza di interessi, e non soltanto di ideali.
Ma l’imprenditore guarda anche alle risorse per l’Italia, come il turismo: «Il futuro passa attraverso la parola turismo. «La cultura, lo stile italiano, la nostra pasta sono un bene perché portano turismo. Ma abbiamo tanti beni demaniali che lo Stato deve riprendere in mano e, invece che gestirli da solo, metterli a disposizione di chi vuole venire a investire in Italia». Parlando di turismo, è d’obbligo un riferimento al Colosseo per il cui restauro l’imprenditore ha messo a disposizione 25 milioni. Ma a causa di «una polemica bassa, fatta tra la politica romana bassa — dice amareggiato — i lavori che sarebbero dovuti iniziare tre anni fa e essere ora quasi conclusi, sono adesso soltanto all’inizio.