BENTORNATO, signor Rossi. «Che spasso con Balotelli, mi sono anche divertito», il commento del Pepito viola e azzurro dopo aver giocato, finalmente dallinizio, e segnato contro la Nigeria, accanto al suo nuovo compagno davventure mondiali. La coppia è piaciuta subito, come da attese, e moltissimo a Prandelli, che lha promossa di slancio: «Si sono cercati, si sono trovati, sono stati bravi». Con il piacere reciproco della giocata verticale, in rapidità, in profondità nella difesa avversaria.
UNA COPPIA molto aspettata, frenata a lungo dai rispettivi guai fisici, soprattutto di Giuseppe Rossi, che si completa in tutti i sensi, opposti che si attraggono, e che è arrivata nellultima partita del 2013, per mettere radici nellanno del mondiale, il prossimo. «In Brasile voglio unItalia rischiatutto, questa squadra è fatta per attaccare, per tenere liniziativa del gioco, non per difendersi», annuncia Prandelli, e a completare il suo progetto, ecco Rossi. Per qualità e caratteristiche tecniche e fisiche, con la sua capacità di giocare fra gli spazi e di poter essere utilizzato sia da prima che da seconda punta, il viola è il giocatore giusto al posto giusto. Osvaldo è bravo, ma è simile a Balotelli, va a cercare lo stesso spazio. Di El Shaarawy, per ora, si sono perse le tracce. Giovinco è in netto ribasso. Cassano è in coda. E a chiudere la porta a un clamoroso ritorno di Totti ha provveduto, non a caso nel giorno del rientro a tempo pieno di Pepito, lo stesso Prandelli (Il tempo passa per tutti).
GOL A PARTE, sono stati i segnali di intesa immediata fra Rossi e Balotelli a far ben sperare per il Brasile. Samba per due. Vanno anche daccordo, nella loro diversità: il bad boy e il bravo ragazzo, Balotelli che si copre doro e sgomma in Ferrari e Rossi che dopo i tre gol alla Juventus ha festeggiato in pizzeria, nel centro di Firenze, fra giovani turisti che neanche sapevano chi fosse. Nel 2013, a conferma del progetto offensivo del ct, lItalia ha giocato diciotto partite, segnando molto, 32 gol, e subendone 18, di reti, a dimostrazione che non è la vocazione difensivistica la prima caratteristica di questa Italia.
PRANDELLI lha cambiata, e vuole anche aprire il ritiro mondiale a mogli e famiglie. Per una nazionale più moderna, nel rispetto della tradizione. Anche in questo senso, Giuseppe Rossi ci sta benissimo. E un ragazzo con gli occhi aperti sul mondo, nel suo tragitto dal New Jersey a Firenze, passando per lInghilterra e la Spagna, ma a dargli per primo il soprannome di Pepito è stato quel grande vecchio del calcio italiano che si chiamava Enzo Bearzot.
Alessandro Fiesoli
UNA COPPIA molto aspettata, frenata a lungo dai rispettivi guai fisici, soprattutto di Giuseppe Rossi, che si completa in tutti i sensi, opposti che si attraggono, e che è arrivata nellultima partita del 2013, per mettere radici nellanno del mondiale, il prossimo. «In Brasile voglio unItalia rischiatutto, questa squadra è fatta per attaccare, per tenere liniziativa del gioco, non per difendersi», annuncia Prandelli, e a completare il suo progetto, ecco Rossi. Per qualità e caratteristiche tecniche e fisiche, con la sua capacità di giocare fra gli spazi e di poter essere utilizzato sia da prima che da seconda punta, il viola è il giocatore giusto al posto giusto. Osvaldo è bravo, ma è simile a Balotelli, va a cercare lo stesso spazio. Di El Shaarawy, per ora, si sono perse le tracce. Giovinco è in netto ribasso. Cassano è in coda. E a chiudere la porta a un clamoroso ritorno di Totti ha provveduto, non a caso nel giorno del rientro a tempo pieno di Pepito, lo stesso Prandelli (Il tempo passa per tutti).
GOL A PARTE, sono stati i segnali di intesa immediata fra Rossi e Balotelli a far ben sperare per il Brasile. Samba per due. Vanno anche daccordo, nella loro diversità: il bad boy e il bravo ragazzo, Balotelli che si copre doro e sgomma in Ferrari e Rossi che dopo i tre gol alla Juventus ha festeggiato in pizzeria, nel centro di Firenze, fra giovani turisti che neanche sapevano chi fosse. Nel 2013, a conferma del progetto offensivo del ct, lItalia ha giocato diciotto partite, segnando molto, 32 gol, e subendone 18, di reti, a dimostrazione che non è la vocazione difensivistica la prima caratteristica di questa Italia.
PRANDELLI lha cambiata, e vuole anche aprire il ritiro mondiale a mogli e famiglie. Per una nazionale più moderna, nel rispetto della tradizione. Anche in questo senso, Giuseppe Rossi ci sta benissimo. E un ragazzo con gli occhi aperti sul mondo, nel suo tragitto dal New Jersey a Firenze, passando per lInghilterra e la Spagna, ma a dargli per primo il soprannome di Pepito è stato quel grande vecchio del calcio italiano che si chiamava Enzo Bearzot.
Alessandro Fiesoli
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