Matteo Palo

ROMA, 27 novembre 2013 - PER CHI possiede una seconda casa la legge di Stabilità emette una sentenza senza appello: le stangate sono destinate a susseguirsi, dal prossimo dicembre con il saldo Imu agli anni a venire. Con la nuova Iuc, infatti, la musica non pare destinata a cambiare: il ceto medio con la casa al mare o in montagna continuerà a pagare moltissimo. Anche perché i Comuni hanno avuto pochi euro per mettere mano agli sgravi.

PRIMA CASA, IL FISCO NON SI ARRENDE: LA NUOVA TASI COLPISCE PIU' DELL'IMU

Il salasso per i proprietari di seconda casa partirà il 16 dicembre, data del saldo Imu. Per loro i calcoli saranno semplici: nella maggior parte dei casi dovranno versare l’aliquota massima, il 10,6 per mille. E, con la prossima rata, dovranno pagare esattamente la stessa cifra di giugno. Il dissesto delle amministrazioni locali non ha consentito atteggiamenti morbidi: ormai quasi tutti i sindaci hanno portato al massimo il carico sulle abitazioni non considerate principali.

MA NON finisce qui, perché i proprietari di case sfitte ubicate nello stesso Comune dove hanno l’abitazione principale dovranno sopportare un carico supplementare: l’Irpef al 50% sulla rendita dell’immobile. Si salverà, invece, chi affitta l’immobile, perché la maggioranza delle amministrazioni ha previsto l’introduzione di aliquote agevolate.
E la stangata procederà anche nel 2014. Dal prossimo anno sulla testa dei proprietari di seconde case penderanno addirittura quattro differenti tributi: Imu, tassa sui rifiuti, componente servizi indivisibili della Iuc e Irpef sugli immobili sfitti. È vero che la legge di Stabilità prevede che la combinazione di Imu e componente servizi non superi l’aliquota massima prevista per l’Imu. Ma è anche vero che le seconde case, nei prossimi anni, in base a questo principio pagheranno sempre il massimo.

INFINE, ci sono i casi incerti. Che, però, rischiano di far rientrare nel perimetro delle seconde case ipotesi molto discutibili, come quella degli anziani residenti in case di cura o dei proprietari che hanno dato in comodato la propria abitazione a un parente o, ancora, gli italiani residenti all’estero. Per loro la legge non prevede un regime unico: sono le delibere comunali a decidere.
E proprio i sindaci sono sul piede di guerra per la situazione nella quale il Governo li ha cacciati. Il presidente Anci, Piero Fassino lo ha scritto ieri al premier Enrico Letta. Lamentandosi, anzitutto, del ritardo accumulato nel definire la questione della seconda rata Imu, ancora appesa a un filo. Ma, soprattutto, avanzando dubbi sulla nuova imposta che non garantisce ai Comuni «un introito pari a ciò che avrebbero incamerato con il regime Imu, nè la copertura delle detrazioni per fasce deboli».