Achille Perego

MILANO, 27 novembre 2013 - USCITA dalla porta, l’Imu sulla prima casa si prepara a rientrare dalla finestra con la nuova Iuc, l’Imposta unica comunale. Abbandonata la Trise, la legge di Stabilità prevede dal 2014 questa nuova tassa a tre teste. La Iuc, infatti, è la somma dell’Imu (rimasta in vigore solo per le prime case di lusso — categorie catastali A1, A8 e A9 — e per le seconde) con la Tasi e la Tari. Quest’ultima è la tassa sui rifiuti, evoluzione della Tares, si pagherà (sia come proprietari, sia come inquilini) in base ai metri quadrati e dovrà coprire il 93% del costo del servizio di raccolta.

LA RIVOLUZIONE che fa rientrare l’Imu sulla prima casa dalla finestra, è invece la Tasi. Ovvero il Tributo sui servizi indivisibili che serve a finanziare le spese dei Comuni per l’anagrafe, l’illuminazione o la riparazione delle strade, la sicurezza pubblica. La Tasi riguarda tutti gli immobili (compresi quelli agricoli) sia che si tratti di prime che di seconde case e queste ultime, se affittate, prevedono una quota d’imposta tra il 10 e il 30% a carico dell’inquilino. La Tasi, come l’Imu, viene calcolata sul valore catastale applicando (decideranno i Comuni) un’aliquota minima dell’1 per mille e massima (solo per il 2014, poi non ci saranno tetti) del 2,5. Per chi ha una seconda casa, la somma delle aliquote di Imu e Tasi non deve però superare il 10,6 per mille.

VISTO che molti Comuni già prevedono questa aliquota massima sulle seconde case, è probabile che, per ampliare la platea dell’incasso, la riducano all’8,1 per potere applicare il 2,5 per mille di Tasi su tutte le abitazioni. Quindi i 19,7 milioni di italiani proprietari di una prima casa, dopo non aver pagato l’Imu quest’anno (ma ancora non è stato convocato il Cdm per varare il decreto torneranno dall’anno prossimo a vedersi gravare un’imposta comunale. Dall’Imu alla Tasi: si verserà in quattro rate, il 16 di gennaio, aprile, luglio e ottobre.
L’Imu sulla prima casa, ricorda Nicola Forte, commercialista con studio a Roma, prevedeva nel 2012 un’aliquota base del 4 per mille, una detrazione standard di 200 euro e 50 per ogni figlio. Così una famiglia con due figli e una prima casa con una rendita catastale di 200mila euro, nel 2012 ha versato 500 euro di Imu (800 meno 300 di sconti). Con una rendita di 100mila euro, l’Imu pagata era stata di 100 euro (400 meno 300). Tenendo conto che con la Tasi le detrazioni sono a discrezione dei Comuni (che potrebbero privilegiare solo i bassi redditi), e che il fondo per gli sconti concesso dal Governo è limitato a 500 milioni (25 euro a prima casa) e che vengono suggerite agevolazioni per chi usa meno i servizi comunali (single, residenti per più di sei mesi all’estero, case vacanza) il rischio di pagare di più nel 2014 rispetto al 2012 è alto. Applicando il 2,5 per mille, la prima famiglia (rendita catastale da 200mila) verserebbe infatti 500 euro di Tasi (come la vecchia Imu) e la seconda 250, quindi 150 euro in più.