Tino Fiammetta
MILANO
LA PROPOSTA

di abrogare un parte la Legge Merlin e consentire di fatto la creazione di eros center anche in Italia ha riaperto il dibattito sulla gestione del fenomeno prostituzione.
LA SITUAZIONE
In Italia si stimano 70 mila prostitute. In Lombardia sarebbero 10 mila. Impossibile sapere quante ‘lavorino’ in strada o altrove (case in affitto, saloni massaggi...). Si stima che il giro di affari si aggiri sui 2,5 miliardi l’anno.
LA PROPOSTA
In Lombardia è stata la Lega Nord a proporre un referendum parzialmente abrogativo della legge Merlin sulla base dell’articolo 75 della Costituzione, che prevede che una consultazione popolare possa essere richiesta da cinque consigli regionali senza la consueta raccolta delle firme. I promotori dell’iniziativa spiegano che «non si tratta di un’abolizione totale», ma solo di una parziale, necessaria a «togliere le prostitute dalle strade e fare in modo che paghino le tasse».
LE REAZIONI
La proposta ha suscitato reazioni indignate a sinistra ed è stata accolta con favore da una buon parte del centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia e Forza Italia. Favorevole il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Assolutamente contrari a sinistra. Contrari anche Alfano e il Nuovo centrodestra. Il capogruppo del Pd in Regione Alessandro Alfieri ha liquidato la proposta «come un sistema per cercare consenso da parte della Lega».
LA MERLIN
La chiusura delle ‘case di tolleranza’ risale al 1958 ed è legata al nome della senatrice socialista Merlin. Fino a quel momento la prostituzione era di fatto legalizzata e tollerata dallo Stato che controllava le ‘case’ dove ragazze, soprattutto italiane, si vendevano per denaro, parte del quale finiva alle maitresse, cioè le tenutarie dei bordelli, e ai protettori.
LA NORMATIVA
Adesso la prostituzione non è un reato, ma lo sfruttamento sì. Insomma, chiunque può prostituirsi in strada ma nessuno può guadagnare denaro facendo prostituire qualcuno. In realtà la prostituzione porta con sé altri reati connessi. Normalmente le ragazze, soprattutto straniere, vengono reclutate, spesso con la forza, altre volte con l’inganno, nei loro Paesi d’origine.
LE ALTERNATIVE
L’invasione dei marciapiedi ha provocato un’ondata di proteste che non si è mai placata. I Comuni sono corsi ai ripari con interventi risultati vani: a Milano le ordinanze che vietavano la sosta delle auto, a Lazzate e in tanti comuni della Brianza le multe ai clienti in colonna nelle strade a luci rosse, a Brescia le retate della polizia. Ma le lucciole poi erano puntualmente rispedite sul marciapiede. Le ordinanze erano state poi impugnate davanti al Tar e rese di fatto nulle.