JOHANNESBURG
CHISSÀ se lo spirito di Madiba riuscirà a fare il miracolo: avviare un dialogo di riconciliazione tra due nemici storici, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e quello cubano Raul Castro, dopo decenni di guerra fredda e di embargo. Obama, e a sorpresa Castro, una coppia davvero insolita, sono due tra gli oratori di spicco della grande commemorazione di Nelson Mandela, oggi nel grande stadio Fnb di Soccer City, a un passo dalla sua Soweto. È lo stadio della finale dei mondiali di calcio, dove 91 leader — tra cui Enrico Letta, il presidente francese François Hollande, quello tedesco Joachim Gauck la brasiliana Dilma Rousseff, il premier britannico David Cameron — saranno presenti tra misure di sicurezza senza precedenti in una Johannesburg che iniziava ieri a blindarsi dopo l’ora di punta delle 17.
La presidenza sudafricana ha reso noto il programma della grande cerimonia — che si svolgerà in assenza della salma di Mandela — tra le 10 e le 14 ora italiana. Oratore principale, il presidente sudafricano Jakob Zuma. Oltre ai leader mondiali ci saranno gli ex presidenti americani Jimmy Carter, Bill Clinton e George W. Bush, e il francese Nicolas Sarkozy (che ha respinto l’invito a viaggiare sull’aereo di Hollande).
Non è stato precisato il programma musicale: secondo alcuni potrebbe essere coinvolto Bono degli U2. Alla vigilia dell’evento, il più grande e il più rischioso in assoluto mai vissuto dal Sudafrica, si moltiplicano gli allarmi terrorismo, vista la concentrazione di capi di stato e di governo.

I SERVIZI sudafricani hanno verosimilmente tirato un sospiro di sollievo apprendendo del forfait del premier israeliano Benyamin Netanyahu (viaggio troppo caro) e del presidente Shimon Peres (anziano e con problemi di salute). Le principali arterie di accesso al Fnb Stadium saranno bloccate, e alle migliaia di sudafricani è stato chiesto di prendere i mezzi pubblici.