PRANDELLI, l’Italia ha rischiato di non avere nemmeno una squadra negli ottavi di Champions, che significa?
«Il Napoli è stato eliminato con 12 punti e nel girone più forte; la Juve ha perso una gara che non si doveva giocare. Sono situazioni molto particolari. Ho visto il Milan: ha carattere, volontà e intelligenza tattica. Ha meritato».
Allegri ha sottolineato lo spirito di sacrificio di un Balotelli diverso?
«Mario ha capito che quella con l’Ajax era una partita difficile e ha dato il contributo che serviva: ha questa duttilità, quando siamo rimasti in dieci contro la Danimarca ha fatto lo stesso, giocando una partita di grande responsabilità».
Quanto successo a Istanbul e il sorteggio del mondiale hanno detto che l’Italia deve crescere come forza politica?
«Sono convinto che dobbiamo crescere come movimento calcio, come squadra e mentalità. Non entro nel merito di come si diventi più forte politicamente, ma so che dobbiamo vincere per porne le condizioni. Sul sorteggio la politica non c’entra».
Platini e Blatter?
«No, lì è un problema di regole: noi siamo stati una settimana in bilico tra sesto e nono posto, non è possibile che una squadra che non ha mai perso una gara di qualificazione mondiale ed europea non sia testa di serie».
Chiuso l’incidente diplomatico con Beretta?
«Non c’è mai stato: io non ho mai chiesto nulla sul calendario del campionato, lui si è lasciato andare a qualche parola su questo tema ma è stato un equivoco».
Le squadre eliminate dalla Champions sono un aiuto per la nazionale?
«Il contrario: più le squadre avanzano verso le finali e più i giocatori fanno esperienza, si migliorano, aumentano l’autostima e questo aiuta anche la nazionale».
In serie A giocano sempre più stranieri: lei sarebbe favorevole a eventuali obblighi di schierare italiani?
«Per prima cosa occorrerà responsabilizzare presidenti e tecnici: poi ad un certo punto, se non si inverterà la tendenza, bisognerà prendere decisioni, tipo il 70% di italiani nel settore giovanile o 7-8 giocatori nella formazione di prima squadra».
Lei è un estimatore di Renzi: l’Italia cambia verso è un motto che vale anche per il calcio?
«Mi auguro che il calcio si rafforzi per evitare di essere costretto da Fifa e Uefa a cambiare: parlo degli accoltellamenti tra tifosi, di quanto è successo a Varsavia».
La Juve fuori dalla Champions ha mezzo scudetto in tasca?
«La reazione al ko di Firenze mi fa pensare che avrà un motto di orgoglio simile: il Milan ha guadagnato tanto in autostima perchè quella con l’Ajax è stata una partita di cuore, carattere e coraggio che resta nei giocatori. Spesso capita nei momenti particolari che una partita ti scrolli di dosso tutte le paure».
Le italiane ora guarderanno diversamente all’Europa League?
«Lo spero. Io a Firenze ho combattuto contro tutti per andare avanti: volevano che facessi il turnover, ma io ho fatto di testa mia».
Nel 2014 cosa si può sognare?
«Di essere protagonisti ai mondiali. Lo dico sempre ai miei giocatori: se si sogna si deve farlo in grande. Ora traete le conclusioni».