Roma, 17 dicembre 2013 - Ministro Alfano, il discorso del capo dello Stato è apparso più grave del solito...
«È stato un discorso coerente con la gravità del momento e con la necessità di lavorare congiuntamente per il bene del Paese».

Crede che Matteo Renzi voglia la crisi?
«Mi auguro di no, e spero che il contratto di governo ne sia la prova».

Renzi pretende che il governo adotti provvedimenti che appartengono all’identità della sinistra...
«Renzi ci ha fatto un favore: la nostra base elettorale poteva avere simpatia nei suoi confronti in quanto amministratore, ma col discorso di domenica ha chiarito che è un leader politico di sinistra-sinistra e perciò incompatibile con i nostri valori. Questo spiega meglio di mille parole la ragione per cui siamo al governo».

Siete al governo per fare argine alla sinistra?
«Siamo al governo per fare argine alla sinistra e per affermare le nostre idee a partire dalla tutela di lavoratori e professionisti».

Questo significa che temi come i diritti delle coppie omosessuali o la Bossi-Fini non entreranno nel programma di governo?
«Questo significa che temi del genere saranno oggetto di un confronto tra le forze politiche della maggioranza. Ma non sarà un confronto facile né scontato».

In altri paesi europei è stata la destra a normare i diritti delle coppie omosessuali.
«Per noi la famiglia è una e si regge esclusivamente sulla coppia uomo-donna. Su questo non transigiamo. Ma se si trattasse invece di ipotizzare qualche modifica al codice civile, se ne potrebbe anche parlare».

Così anche sull’immigrazione?
«Tema ancor più delicato. Impediremo che le frontiere italiane siano trasformate in una fetta di gruviera con accesso libero per tutti».

Napolitano ha ribadito l’urgenza di una legge elettorale, voi del Nuovo centro destra siete contrari al ritorno al Mattarellum?
«Noi siamo ancorati al bipolarismo e ci opporremo a qualsiasi tentativo di ritorno al passato. Ma il Mattarellum non ci piace perché non consente ai cittadini di scegliere i candidati: chi non ricorda il caso di Antonio Di Pietro paracadutato nel Mugello dalla sinistra? Meglio, molto meglio il sistema in vigore nei comuni per eleggere il sindaco».

Le tensioni sociali sono in crescita, si aspetta un 2014 ‘caldo’?
«Abbiamo ben chiare le ragioni del disagio sociale. Perciò ascoltiamo con orecchie attente la protesta anche quando è indignata, purché sia pacifica. Saremo durissimi con chi viola la legge e limita la libertà dei cittadini di muoversi nelle città e di svolgere serenamente il proprio lavoro».

Da qualche giorno, sembra di cogliere una maggiore durezza da parte delle forze dell’ordine rispetto alle piazze più agitate...
«Fin qui l’azione è stata contenitiva, nella logica della riduzione del danno. Ma saremo sempre dalla parte delle forze dell’ordine, che grazie a noi hanno avuto raddoppiati i fondi per l’efficienza dei servizi istituzionali che si aggiungono ai cento milioni stanziati per gli straodinari. E non possiamo accettare che si pensi che poliziotti, carabinieri e finanziari collaborino con i manifestanti».

Totò Riina ha minacciato il pm palermitano Di Matteo, è stato un modo per riaffermare la propria leadership su Cosa Nostra?
«Esiste certamente da parte della vecchia guardia in carcere l’esigenza di riaffermare la propria leadership. Vede, la mafia è in grande difficoltà perché lo Stato ha scompigliato i suoi piani di riorganizzazione. Annaspano, si dimenano. Sanno che lo Stato è più forte di loro e che difenderà sempre i suoi simboli. È per questo che non tolleriamo che i magistrati siano minacciati».

È davvero ipotizzabile un inasprimento del 41 bis?
«Il 41 bis serve proprio ad impedire che i capi della criminalità organizzata continuino a gestire le proprie attività dal carcere. Già prevede un regime di detenzione durissimo, ma se dovessimo accorgerci che così com’è non funziona alla perfezione è chiaro che metteremo in atto tutte le possibili misure per rafforzarlo ulteriormente».

Andrea Cangini