Silvia Mastrantonio
ROMA
ERA ARMATO

, ma non ha opposto resistenza quando gli agenti dei corpi speciali della polizia francese gli si sono fatti sotto in una piazza di Mentone, in Francia. Si è consegnato come fosse naturale, «ha anche sorriso», hanno riferito gli uomini che l’hanno trasferito a Nizza in attesa che vengano ultimate le pratiche di estradizione e Bartolomeo Gagliano torni in Italia. Gagliano, dopo aver sequestrato un panettiere e avergli rubato l’auto, aveva preso l’autostrada diretto in Francia e poco dopo la mezzanotte aveva varcato il confine a Ventimiglia. È stato un epilogo inaspettato, concretizzatosi proprio mentre il ministro Annamaria Cancellieri riferiva in Parlamento. «Evviva, evviva», si è lasciata andare Cancellieri in commissione Giustizia del Senato nel momento in cui le è stata comunicata la cattura. «Questo vuol dire che il sistema Paese funziona», ha aggiunto. Per Alfano, responsabile del Viminale, si tratta di un bel «successo» dell’Italia.

GAGLIANO

, oggetto di un mandato di cattura internazionale, dovrà rispondere di reati che comprendono il sequestro di persona. «Mi spiace per quello che è successo — ha detto il fuggitivo —. Volevo rientrare in carcere, è stato un colpo di testa. Sono dispiaciuto di aver tradito la fiducia del dottor Mazzeo (direttore del carcere, ndr) e della dottoressa Verrina (magistrato di sorveglianza, ndr)». Le sue parole convincono poco, come gli inquirenti restano scettici su quanto dichiarato dal difensore, secondo il quale Gagliano era pronto a costituirsi. Perché, dicono, la fuga era premeditata e lo testimoniano i tre borsoni pronti che il detenuto aveva nella casa di Savona. L’arresto alle 13,50 di ieri. Gagliano aveva preso alloggio in un piccolo albergo di Mentone e aveva frequentato un bar dove diceva di «trovarsi bene». In tasca portava una pistola calibro 7,65 con il colpo in canna e, nella stanza dell’hotel, trovate molte munizioni e pasticche. La traccia dell’auto a Ventimiglia aveva allertato gli investigatori italiani che avevano passato l’input ai colleghi francesi. Era stata sollecitata la cooperazione di 189 Paesi. In Francia l’auto era stata individuata a Mentone, in una piazza. E qui hanno atteso gli agenti finché Gagliano si è accostato alla vettura. Il capo della Polizia, Pansa, ha ringraziato l’omologo francese per la collaborazione mentre le indagini diranno se Gagliano contava su appoggi Oltralpe. Il serial killer tornerà in carcere, probabilmente non a Marassi. Il direttore del penitenziario, ha detto Cancellieri, sarà trasferito per le dichiarazioni fatte dopo la fuga, ritenute di discredito alle istituzioni, «inopportune e intempestive».