ROMA
STRETTO
tra un Renzi che lo tiene a bagnomaria e l’opposizione che resta divisa ma colpisce unita, bacchettato anche dal Colle, Enrico Letta vede nel patto di coalizione di gennaio la sola opportunità per il governo di affrontare la navigazione nell’anno che verrà con la speranza di mangiare un altro panettone. È una speranza che condivide il vicepremier Angelino Alfano.
Da parte sua Matteo Renzi è determinato ad accelerare. Ai suoi ha spiegato la necessità di un ‘tagliando’, ovvero di «mettere subito nero su bianco un’agenda forte per il Paese», anche per cambiare un metodo di lavoro che ha causato in questi giorni il cortocircuito tra governo e Parlamento. Subito la legge elettorale innanzitutto. E poi tempi brevi. La volontà è chiudere un’intesa — con legge elettorale, riforma costituzionale e legge sul lavoro — tra il 7 e il 20 gennaio, non oltre. A Palazzo Chigi si replica che la forchetta andrebbe spostata di una settimana, ma che «per fine gennaio una intesa si può e si deve trovare».
Certo non ci sono le diverse anime del Pd, da mettere d’accordo, ci sono anche gli alleati.
Il Nuovo Centrodestra, ma anche Scelta Civica che, sempre più marginale e quindi sempre più nervosa, chiede apertamente un rimpasto di governo. «Serve uno scatto — dice Andrea Romano, il capogruppo dei montiani a Montecitorio — perché non si può pensare di tirare a campare alla vecchia maniera». L’idea del rimpasto, che Letta proprio non vuole, stuzzica la segreteria Pd, che pur non la chiede. «Dopo il patto di coalizione starà alla responsabilità del premier, di concerto con le forze della maggioranza — osserva Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria Pd — valutare l’ipotesi di riassetto della squadra di governo».
Di certo, dall’opposizione si spara a palle incatenate. La Lega invita addirittura alla rivolta fiscale, ma è attorno a Forza Italia che ruota il ciclone. «Se si accusa Letta di aver fatto una pessima figura e dargli un ultimatum pare irrealizzabile — scrive



Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo della Camera — conviene che i ministri preparino gli scatoloni. Si va a casa». E propone: «Ci si accordi su una legge elettorale e si vada alle elezioni nello stesso giorno delle europee, con un election day il 25 maggio».

«IL GOVERNO

Letta — attacca il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri — cerca goffamente di girare la frittata parlando di riforma della legislazione. Ammetta che il governo non ha più rotta e annega nel caos».
E per essere più convincente Forza Italia prosegue l’intesa a trazione antigovernativa con il Cinque Stelle, al quale il capogruppo Renato Brunetta riserva lodi sperticate: «Assieme al M5S abbiamo lavorato benissimo, tra l’altro turbando i sogni di qualcuno». A Palazzo Chigi come al Nazareno.
Alessandro Farruggia