Antonella Coppari
ROMA
NON È STRABILIANTE

che, pur di non perdere i 3.180 euro di contributo dell’Assemblea regionale alcuni deputati siciliani abbiano inquadrato i portaborse come colf? Certo che lo è. Ma è altrettanto folle e, per certi versi, ipocrita, la soddisfazione dei grillini di Palazzo dei Normanni che hanno scagliato la prima pietra dopo aver assunto con contratto di collaborazione a progetto (cocopro) i propri assistenti: sicuramente di minor appeal per l’opinione pubblica, ma anche assai meno tutelati dei colleghi che, svolgendo mansioni di addetto alla segreteria o di assistente amministrativo, sono stati inseriti nel contratto collettivo dei prestatori di lavoro domestico.
«Non è colpa mia, ma dell’Inps che prevede questo paradosso», si difende la deputata Udc Alice Anselmo, causa dello scandalo perché «candidamente» ha ammesso di aver utilizzato quella bizzarra strada «dopo aver consultato fior fior di commercialisti».
Storie di ordinaria follia siciliana, direte voi.
«Cattivo gusto», chiosa il governatore Rosario Crocetta. Eppure: la bufera che da Palermo (dove il presidente dell’Ars Ardizzone ha avuto parole dure per la fantasiosa centrista) è arrivata nella capitale, con telefonate di fuoco dei vertici centristi («ci stai ridicolizzando») che hanno portato sull’orlo dell’addio al suo partito l’Anselmo, rischia di far smarrire l’essenziale.
E cioè che i deputati della Sicilia le pensano tutte per difendere le proprie indennità. Non solo hanno recepito con un anno di ritardo il decreto sulla spending review di Monti ma nelle pieghe della legge regionale hanno inserito alcuni trucchetti. Come la norma che ha ridotto i budget per i collaboratori amministrativi ma ha previsto un regime transitorio, fino al 2017, per i contratti vigenti al 31 dicembre 2013. Nasce da qui la corsa all’assunzione dell’ultima ora: per evitare di perdere 3.180 euro di contributo da parte dell’Assemblea e pagare di tasca propria, i deputati (già ‘fiaccati’ dal taglio di seimila euro ai propri emolumenti per cui la busta paga base è di 11mila netti) hanno assunto a ridosso della fine dell’anno i collaboratori garantendosi in questo modo il benefit per altri tre anni. Quando il tempo stringe non si può andare per il sottile: ecco perché c’è chi — come la Anselmo — ha pensato di inquadrare i due assistenti come collaboratori domestici.
«NESSUNO




di noi può assumere se non nei termini di legge che sono quelli di un contratto di servizi alla persona che prevede varie mansioni e garantisce al dipendente tutele, dalle ferie all’accantonamento per il tfr», avverte. E aggiunge che altri deputati avrebbero stipulato contratti simili: salteranno fuori quando li depositeranno. «Temo siano illegittimi», ride il capogruppo M5S Cancelleri. Ne è sicura la Fisascat Cisl.