ROMA
I CLUB
di Silvio sono settemila, almeno così dichiarano loro stessi, «ma l’obiettivo è tagliare quota dodicimila», ha loro augurato ieri Silvio Berlusconi, durante una telefonata a uno degli ultimi iscritti, un club di Forlì. L’arruolamento continua a ritmo incalzante, come le manovre interne al partito, dalla formazione dei nuovi quadri dirigenti alla scelta dei temi da lanciare sul mercato politico, alle immancabili polemiche sull’emergere di nuove figure come quella del giovane Giovanni Toti, direttore del Tg4.

PERCHÉ

Berlusconi è fatto così, e quando sente odore di campagna elettorale scatena tutte le proprie energie e in genere dà il meglio di sé. Sia se è della partita, come è stato sempre in questi anni, sia che debba per forza di cose restare fermo ai box, come dovrebbe accadere quest’anno vista la condanna inflitta, e meno che — e lui due giorni fa ha giurato che sarà così — le cose cambino e lui si candiderà capolista in tutte le circoscrizioni per le Europee.

«ABBIAMO

fiducia, con il premio di governabilità del 15%, di arrivare da soli ad avere la maggioranza in Parlamento, per poter fare quello di cui l’Italia ha bisogno dal 1948 ad oggi», ha detto ieri al club romagnolo. Perché anche quando parla di Europee come ha fatto venerdì, l’ex premier pensa alle politiche. E ieri è stato lo stesso.

IL LEADER

di Forza Italia è convinto che si voti a maggio e che lo si faccia con un accordo sulla legge elettorale che preveda un premio di maggioranza consistente, probabilmente con una ripresa del modello spagnolo. E che, grazie a queste due condizioni, Forza Italia possa arrivare ad avere, da sola, la maggioranza in Parlamento. L’obiettivo di Berlusconi, che il leader consegna ai «suoi» come una specie di missione, è quello di andare alla caccia dei voti dei delusi da Grillo.
«
Nel Movimento 5 Stelle gli elettori sono delusi dal comportamento dei loro parlamentari, non c’è affezione verso il marchio e quindi ci sono molte possibilità di convincere anche loro». Stesso atteggiamento, gli aderenti ai club lo devono tenere verso coloro che non intendono andare a votare e che si collocano stabilmente nell’area dell’astensione. In questo senso il compito dei club è importante. I club, secondo Berlusconi (che ha ricordato che fra qualche settimana festeggerà i vent’anni in politica), dovranno agire in maniera sistematica su tutto il territorio.

IL CAVALIERE

ne vuole 12mila, ognuno con «dieci entusiasti» che organizzino «un porta a porta o una catena di Sant’Antonio». Analizzando scientificamente, se necessario, l’orientamento degli elettori, sezione per sezione.
Sempre ieri altra convention degli alfaniani, stavolta a Bari. Il ministro dell’Interno ha riproposto i temi politici del momento e ha riservato una battuta al Cavaliere. «Politicamente — ha detto Alfano — Berlusconi è di certo candidabile, giuridicamente non compete a me dirlo, ma gli auguro di sì».
r.r.