GLI AMICI del bar già lo prendono in giro. «Graziano, quanto me lo fai pagare il caffè? Si può avere lo sconto di un centesimo?». Che volete che sia, una monetina...
Invece no, nell’Italia che combatte la guerra allo spread e intanto vede impennarsi la disoccupazione, c’è chi si vede chiedere dallo Stato un rimborso di un centesimo. Era già successo nel Riminese, a ottobre, a un pensionato che si era sentito chiedere dall’Inps la restituzione di un centesimo, sulla pensione. Accade ora a Graziano Damiani, il titolare del Caffè sport di Tavullia, il paese di Valentino Rossi. «Noi siamo uno dei fans club ufficiali», dice Damiani. Alle pareti poster e foto del Dottore, in un angolo due slot machine, come in tanti altri bar. Ed è proprio a causa di quelle due slot machine che il barista (che abita a San Giovanni in Marignano) si è sentito chiedere, dall’Agenzia dei Monopoli, il rimborso di un centesimo sulla cosiddetta Isi, l’imposta sugli intrattenimenti che include le macchinette da gioco.

L’ISI la pagano bar, tabaccherie e locali in genere che hanno le slot machine al loro interno. L’ha pagata anche Damiani, ma ha sbagliato. Il barista di Tavullia è colpevole di aver versato un centesimo in meno sul dovuto. «È venuto fuori, dai controlli fatti dagli zelanti funzionari degli uffici regionali dell’agenzia, che nel 2011 ho versato 278 euro e 67 centesimi, anziché 278 euro e 66». Uno sbaglio, un errore, è evidente. «Devo aver trascritto male un numero, quando ho pagato — spiega Damiani — ma oggi, chi si ricorda più?». Ma l’Agenzia dei Monopoli non perdona. I funzionari si sono presi la briga di mandargli una lunga raccomandata, di 17 pagine. «L’ho mostrata qui al bar, nessuno poteva crederci. E nemmeno io, ancora, riesco a capacitarmi di quello che è in grado di fare la burocrazia», continua il barista. Che, per aver versato un centesimo in meno sulla tassa dovuta, si ritrova ora a dover pagare perfino la multa. «Oltre al centesimo da restituire, deve pagarne altri 9 di interessi maturati, più la sanzione, che è di 18,99 euro. Ma se pago entro trenta giorni c’è lo sconto sulla multa, e devo versare solo 6,33 euro». Damiani pagherà subito, ovviamente. Ma non la manda proprio giù: «Non è per i 6,43 euro, ma per il tempo che mi hanno fatto perdere questi signori. Ci si rende conto della burocrazia che c’è dietro a quel centesimo? Chissà per quante ore hanno lavorato... E hanno costretto me ad andare dal commercialista, a compilare un modello F24 per pagare. Tutto questo per un centesimo. Se l’Italia va avanti così, siamo messi veramente male».
Manuel Spadazzi