Roma, 24 gennaio 2013 - Prendiamone uno a caso (tutti i dati sono pubblici, e ben visibili sul sito di Palazzo Chigi): il dottor A. B., dirigente di prima fascia presso la presidenza del Consiglio. Il suo stipendio, come quello di decine di altri suoi colleghi, si compone di quattro elementi che al lordo annuo, nel gennaio 2014, assommano a 55.812 euro e rotti di stipendio tabellare più vacanza contrattuale; 12.440 di retribuzione di posizione; 48.000 come retribuzione di posizione variabile (che varia, appunto, a seconda dell’incarico ricoperto); 23.658 come premio di risultato. Per un totale di 139.910 euro. Un suo collega di II fascia si ferma invece a 88mila euro. Stiamo parlando di stipendi che Palazzo Chigi paga attualmente a 255 persone. Non ai top manager con incarichi amministrativi di vertice o incaricati presso gli Uffici di diretta collaborazione del Presidente, del Vicepresidente, dei Sottosegretari e dei Ministri senza portafoglio, le cui retribuzioni superano ampiamente i 180mila euro lordi annui, ma di funzionari che guidano un piccolo esercito di impiegati, tecnici, operai, inservienti che quest’anno ci costerà oltre 110 milioni di euro, con stipendi che presi individualmente superano anche del 1000 per cento quelli dei loro omologhi nel privato.

La cosa scandalosa, rilevata in queste settimane da privati cittadini e mass media, è che mentre per quasi tutte le categorie di lavoratori adeguamenti al costo della vita e scatti di anzianità sono un ricordo di un lontano passato e mentre ai prof che a stento mettono insieme 1300 euro al mese il Tesoro chiede indietro gli scatti dell’anno scorso, ai dipendenti di palazzo Chigi, nonostante i due anni di spending review che avrebbe dovuto riguardare tutto il comparto pubblico, compreso dunque Palazzo Chigi, scatti e riparametrazioni procedono con regolarità. Tanto che un superdirigente che nel novembre 2011 aveva incassato 174.962,64 euro, per effetto degli automatismi stipendiali, nel novembre 2013 ha percepito 218.771,39, con un incremento del 25,03%, pari a 43.808,45 euro. Dunque, mentre gli italiani stringono la cinghia, a Palazzo Chigi accade l’esatto opposto con stipendi dei top manager cresciuti in media del 25-30%, quelli delle seconde fasce del 10-15%, quelli degli impiegati del 9%, fra il 2011 e oggi.

Dalla presidenza del Consiglio spiegano che negli accordi del 2010 c’è stato un aumento delle ore settimanali lavorate, passate da 36 a 38. E chi non le farebbe due ore di lavoro in più per 40mila euro l’anno.... Anche se dai dati Istat, sappiamo che nell’ultimo biennio, mentre i salari medi sono andati più o meno al ritmo dell’aumento dell’inflazione, (+2,1%), i 2.521 dipendenti di Palazzo Chigi hanno segnato un abissale +15,2%.

Stefano Grassi