Paolo Franci
Roma
IL ROSSO

a Buffon, una Lazio bella e tosta e una grande Juve, in particolare nella ripresa, quando pur di vincere accetta il duello rusticano con la squadra di Reja, mai vista così pericolosa e coraggiosa in questa stagione. Alla fine, un punto e addio alla striscia di (12) vittorie. Ma può bastare, considerando l’ora abbondante giocata in 10.
Proprio a lui. Proprio in questi giorni in cui il gossip arde come un incendio nei boschi, nella classica situazione: lui, Buffon, lei, sua moglie Alena Seredova e l’altra, Ilaria D’Amico. Se tra i fatti di cuore e quelli di campo c’è un collegamento, allora è fin troppo evidente, che Gigi Buffon non è tranquillo. Il dribbling mezzo di tacco, che tenta su Klose al 14’, dieci minuti prima del fattaccio, non è certo la scelta di chi è freddo e concentrato. Anzi. E bene gli dice che il tedesco ci mette la punta senza trovare la mira. Dieci minuti dopo, chi dovrebbe dargli una mano — Angelo di nome e di fatto — Ogbonna, ne fa una grossa così lasciandosi passare davanti al naso una palla di Konko, che definire scolastica è poco. E così. con Klose versione cobra, Buffon sceglie l’uscita a valanga, quella che porta direttamente al rosso. Poteva temporeggiare? Inutile cercare risposte, perchè tra la scelta di Gigi e il rosso di Massa, passa appena un attimo, neanche il tempo di pensarci.
E lì cambia la partita. Conte toglie Asamoah, mutilando la fascia sinistra, pur di tenere le due punte e manda dentro Storari. La Lazio prende coraggio e se prima si copriva (Reja con tre centrali, due terzini e due mediani), ora tenta il colpo del ko. Ci va anche vicino, ma l’occasione buona arriva a Llorente, che gira una gran palla messa dentro da Tevez, trovando il reattivo Berisha, svelto e convincente fino al punto di sbattere in panchina Marchetti. Dall’altra parte, si sente, eccome, l’assenza di Pirlo, soprattutto con la Juve in dieci che cerca nuovi equilibri e distanze. La sofferenza bianconera non svanisce nella ripresa, quando la Lazio gestisce palla, cercando l’imbucata giusta. Con rabbia e orgoglio più che con le geometrie, la Juve si butta avanti e trova il gol. Ennesima incursione di Lichtsteiner che brucia Konko e la mette dentro, dove Llorente fa un gol di testa da contorsionista da circo. Spettacolare.

E’ IL RIBALTONE



psicologico, perchè ora la Lazio trema e la Juve è di nuovo la Juve. E così, poco dopo il pari, Tevez ha la palla del due a uno alla quale si oppone super Berisha. A un quarto d’ora dalla fine, Klose spreca un rigore di testa, nell’area piccola, spedendo il pallone sulle mani di un reattivo Storari, che la manda sulla traversa. La partita è ormai apertissima, con la Lazio che torna su e risponde colpo su colpo alla Juve, in una match bellissimo. Benedice il palo Storari, a 4’ dal termine, quando Keita con un gran tiro a giro centra in pieno il palo.