Matteo Massi
DA ICONA
pop a icona rock, il passo è breve. Basta un mese a Papa Francesco per finire sulla copertina di Rolling Stone dopo essere stato su quella di Time come uomo dell’anno (quello appena archiviato). Rock e Chiesa con la scelta editoriale di Rolling Stone, una bibbia per gli appassionati di musica in tutto il mondo, non sono mai stati così vicini. Il magazine a stelle e strisce osa e spara addirittura un titolo che, visti i tempi (è proprio il caso di dirlo), non può più considerarsi blasfemo: quel «The times they’re a-changing’» preso in prestito da una celebre canzone di Bob Dylan e che dà il nome all’album del 1964. Cinquant’anni fa esatti, tanto per fare cifra tonda. Un titolo profetico allora perché «i tempi stanno cambiando» apriva in anticipo una lunga stagione che da Berkeley alla Cattolica di Milano, passando per il maggio parigino (ma era già il Sessantotto), avrebbe provato a mettere in discussione tutto quello che sembrava indiscutibile: dogmi della religione compresi. D’altronde la vera rivoluzione nella Chiesa c’era stata un anno prima, 1963, con il Concilio Vaticano II.

NEL PROFILO

di Papa Francesco su Rolling Stone, affidato a Mark Binelli, si ricordano le tappe principali del suo pontificato a quasi un anno dal suo insediamento. E per riagganciarsi alla citazione dylaniana, Binelli scrive: «Dallo scorso 13 marzo tutto sta cambiando al Vaticano». E Rolling Stone proprio come se facesse il report sulle presenze di un super-concerto — l’evento laico più vicino alla liturgia religiosa — fa notare come le presenze dei fedeli si siano triplicate, quando c’è Papa Francesco, arrivando alla cifra record di 6,6 milioni (e sul web, in un mese, è stato menzionato 49 milioni di volte). Oltre a evidenziare le critiche di Bergoglio al capitalismo selvaggio, il magazine si è soffermato anche sulle parole del Papa sull’omosessualità («chi sono io per giudicare?»).

DIFFICILE

ora, se non impossibile, che il rock possa continuare a essere identificato come la musica del diavolo, nonostante gli inevitabili rimandi a quella «Sympathy for the devil» dei Rolling Stones che riaffiorano. D’altronde la stessa Chiesa in più di un’occasione aveva già sdoganato il rock attraverso le sue pubblicazioni. E la sacerdotessa del rock Patti Smith, che ha incontrato per due volte Papa Francesco, sarebbe pronta ora a scrivere una canzone sul nuovo Pontefice. Con buona pace dello stesso Bob Dylan che nel 1997, dopo essersi convertito dall’ebraismo al cristianesimo, aprì la strada, cantando sul palco di Bologna di fianco a Wojtyla, durante il Congresso Eucaristico.