MILANO
MARIO Draghi allontana lo spettro della deflazione. I prezzi salgono molto lentamente, ma non cè alcun pericolo, ha detto ieri il numero uno dellEurotower, commentando la scelta della Bce di mantenere ancora una volta invariati i tassi dinteresse, al minimo storico dello 0,25%.
Draghi ha precisato che «non cè alcuna analogia con la situazione del Giappone negli anni 90». Il numero uno dellEurotower ha quindi spiegato che landamento dei prezzi al consumo è condizionato «dai prezzi di energia e cibo» ma anche «dalla debole domanda, dovuta alla disoccupazione». Il calo allo 0,7% a gennaio, inferiore alle attese, è dovuto alla componente energetica e alimentare, due elementi che non fanno parte dellinflazione core (senza cibo ed energia). Ma ogni crisi finanziaria, ha detto Draghi, «è sempre seguita da un periodo di bassa inflazione». Il governatore si è chiesto retoricamente: «Cè deflazione in Europa? La risposta è no». Promettendo anche «tassi ai livelli attuali o inferiori ancora a lungo», Draghi ha detto che la moderata ripresa dellEurozona sta procedendo secondo le aspettative ed è prevista una ripresa «a un ritmo lento».
Laltro dossier allordine del giorno sono i tassi troppo alti che le banche si applicano fra loro. Gli stress test sulle banche non hanno infatti ancora fatto chiarezza sui bilanci. Cè quindi poca fiducia a prestare liquidità, specie verso il Sud dellEurozona.
SECONDO Draghi gli effetti della politica monetaria di bassi tassi non si riflettono a quelli applicati in Italia e in Francia. Aggiungendosi allo spread sui titoli di Stato, che fa salire i tassi pagati dalle banche e applicati poi sui prestiti a famiglie e imprese, tutto ciò amplifica la stretta creditizia che sta frenando la ripresa in Paesi come lItalia.
MARIO Draghi allontana lo spettro della deflazione. I prezzi salgono molto lentamente, ma non cè alcun pericolo, ha detto ieri il numero uno dellEurotower, commentando la scelta della Bce di mantenere ancora una volta invariati i tassi dinteresse, al minimo storico dello 0,25%.
Draghi ha precisato che «non cè alcuna analogia con la situazione del Giappone negli anni 90». Il numero uno dellEurotower ha quindi spiegato che landamento dei prezzi al consumo è condizionato «dai prezzi di energia e cibo» ma anche «dalla debole domanda, dovuta alla disoccupazione». Il calo allo 0,7% a gennaio, inferiore alle attese, è dovuto alla componente energetica e alimentare, due elementi che non fanno parte dellinflazione core (senza cibo ed energia). Ma ogni crisi finanziaria, ha detto Draghi, «è sempre seguita da un periodo di bassa inflazione». Il governatore si è chiesto retoricamente: «Cè deflazione in Europa? La risposta è no». Promettendo anche «tassi ai livelli attuali o inferiori ancora a lungo», Draghi ha detto che la moderata ripresa dellEurozona sta procedendo secondo le aspettative ed è prevista una ripresa «a un ritmo lento».
Laltro dossier allordine del giorno sono i tassi troppo alti che le banche si applicano fra loro. Gli stress test sulle banche non hanno infatti ancora fatto chiarezza sui bilanci. Cè quindi poca fiducia a prestare liquidità, specie verso il Sud dellEurozona.
SECONDO Draghi gli effetti della politica monetaria di bassi tassi non si riflettono a quelli applicati in Italia e in Francia. Aggiungendosi allo spread sui titoli di Stato, che fa salire i tassi pagati dalle banche e applicati poi sui prestiti a famiglie e imprese, tutto ciò amplifica la stretta creditizia che sta frenando la ripresa in Paesi come lItalia.
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