Diego Casali
PISA
«ENRICO

sapeva benissimo che sarebbe finito così, colpito dal fuoco amico. Ma non si è tirato indietro, questo è il suo merito più grande. Il bene del Paese prima dei personalismi cui la politica ci ha abituato». Vincenzo Letta, graphic designer della casa editrice pisana Ets, fotografa così gli ultimi mesi del fratello. E non si nasconde di fronte a quello che è successo nelle ultime ore: dichiara di non essere un elettore del Pd («Sono più a sinistra rispetto a Enrico e non potrei riconoscermi in quel partito, soprattutto ora...») e riconosce a Matteo Renzi «una fantastica incoerenza».
Parla così anche per fatto personale...
«Naturalmente. Ma mi sembra evidente che i problemi del Pd ora sono molto più complicati di prima. Semmai ora bisognerà dare spiegazioni convincenti ai sostenitori di Renzi. E la cosa non mi sembra facile».
Che giudizio dà del comportamento tenuto dal segretario del Pd?
«Il suo mi è sembrato un modo di agire in perfetto stile Prima Repubblica. Però, nonostante tutto, Enrico è sereno».
Nonostante il suo partito l’abbia scaricato in modo piuttosto brutale?
«È sereno perché adesso le sue giornate saranno più tranquille. Posso dire che essere allo stesso tempo padre, marito e Presidente del consiglio è qualcosa d’impossibile. Per questo nelle ultime ore l’ho sentito più sollevato. Enrico, quand’era premier, usciva da casa alle 6.30 del mattino per rientrare a mezzanotte. Spiegatemi com’è possibile, così, dedicarsi a moglie e figli. Ebbene, lui c’è comunque riuscito. Portando a scuola Giacomo (il figlio di 9 anni,




ndr) e Lorenzo (di 7, ndr) o comprando una piazza margherita al piccolo Francesco (4 anni, ndr). Anche per noi della famiglia è stata dura. A Capodanno Enrico ha portato la famiglia in Slovenia solo per poter mangiarsi un panino in santa pace su una panchina. E pensare che qualcuno l’ha pure criticato!».
E per lei era cambiato qualcosa?
«Ho vissuto improvvise gentilezze, totalmente inaspettate e non richieste».