Elena G. Polidori

ROMA, 18 febbraio 2'014 - È STALLO sulla squadra di governo targata Matteo Renzi, con il premier incaricato che sembra essere proprio caduto nella palude delle poltrone. E in un clima di pesante contesa ieri è piombato anche il ‘caso Fabrizio Barca’. Ebbene, l’esponente del Pd, indicato come probabile responsabile dell’Economia al posto di Saccomanni, è caduto in un tranello teso da Giuseppe Cruciani de La Zanzara di Radio 24 aiutato da un imitatore di Vendola. Credendo di parlare con il leader di Sel, Barca si è lasciato andare a uno sfogo. Perché secondo lui in troppi lo vorrebbero ministro contro la sua volontà: «Sono sotto pressione, Nichi — ecco lo sfogo — una pressione che è crescente... Ma io non ci penso proprio, ma proprio proprio! Ho parlato con Graziano (Delrio, ndr) e pensavo 48 ore fa di averla stoppata questa cosa...». Invece «poi è iniziata la sarabanda del patron della Repubblica... Lui non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un’operazione politica più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni. Un imprenditore che si fa sentire, con un forcing diretto di sms, attraverso un suo giornalista, con una cosa che hanno lanciato sul sito (di Repubblica, ndr) ‘chi vorresti come ministro dell’Economia’ dove ho metà dei consensi». Poi, incalzato dal finto Vendola, continua: «Attraverso Lucia Annunziata mi è arrivato un sms: ‘ma se ti chiama il presidente?’. Ho risposto: «Vi prego di non farmi arrivare nessuna telefonata». Barca conclude spiegando di non avere parlato con Renzi: «No, invece tutto questo attraverso terzi, quarti, quinti, un imprenditore..., ma poi lo sanno che io gli metterei la patrimoniale da 400 miliardi... Sono preoccupato per il loro livello di improvvisazione, siamo solo agli slogan».
In serata, la sfuriata di Barca provoca reazioni piccate dagli interessati. In primis, l’editore di Repubblica, De Benedetti: «Barca non lo vedo, non lo sento e non ci scambiamo messaggi da tempo. Non capisco da chi abbia ricevuto presunte pressioni a fare il ministro, certamente non da me. Non mi occupo di nomine politiche, perché non è il mio mestiere». Replica anche l’Annunziata: «L’sms a Barca? Facevo il mio mestiere».

RISULTATO: dopo questo «incidente», il nome di Barca è bruciato, ma sarà in buona compagnia. Renzi ha infatti proprio da sciogliere il nodo dell’Economia. In calo le quotazioni di Lucrezia Reichlin e Bini Smaghi. Il Colle vorrebbe l’ex premier Letta, che però non ne vuole sapere. Un nome credibile per una poltrona di vice al Tesoro è quello di Benedetto Della Vedova, capogruppo al Senato di Scelta Civica. Per lo Sviluppo economico in corso contatti con Mauro Moretti, l’uomo delle Ferrovie, oppure Franco Bernabè, ex numero uno di Telecom. Sugli Affari Europei in corsa Sandro Gozi o Federica Mogherini (entrambi Pd), mentre per la Giustizia si parla di Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano.