Leo Turrini
DICONO CHE A PECHINO
si siano molto arrabbiati, per la squalifica delle loro staffettiste dello short track. La sanzione si è abbattuta sulle nipotine di Mao per un contatto proibito con le coreane, nella volata che valeva l’oro. Risultato: Arianna Fontana,Lucia Peretti, Martina Valcepina e Elena Viviani hanno conquistato il bronzo quasi senza colpo ferire. Sesta medaglia per la spedizione italiana a Sochi, terza personale per Arianna, al quinto podio su tre partecipazioni olimpiche. Infatti, è finita in gloria, a dispetto di un episodio sciagurato: proprio la Fontana era caduta e le azzurre erano precipitate nel limbo, non potendo nemmeno impensierire le canadesi per il premio di consolazione. Dopo di che, la zuffa tra le asiatiche ha creato una situazione imprevedibile, ma questo è il fascino dello short track, disciplina sempre esposta a sussulti improvvisi.

COS’E’.

Bene, adesso debbo mantenere una promessa fatta ai miei quattro lettori. Avevo scritto che, qualora Arianna fosse riuscita a conquistare la terza medaglia, mi sarei dedicato a spiegare, nei dettagli, cosa diavolo sia questo ‘short track’, messo tra virgolette. Ho visto la prima gara a Calgary, nel 1988. Allora lo short track era nel cartellone olimpico come ‘sport dimostrativo’: doveva ancora guadagnare l’accesso a pieno titolo e quindi non assegnava medaglie. Beh, fu un trionfo. Del resto la disciplina è ‘nata’ nei paraggi di Calgary, in Canada: nelle zone più colpite dal freddo glaciale, gli abitanti si scocciavano con gli spettacolo eleganti e quasi algidi del pattinaggio di velocità, settore nel quale si gareggia due a due. I canadesi, anche quando non sono imbottiti di birra, adorano il casino: lo short track era la loro versione del rodeo sul ghiaccio, con tanto di partenze in gruppo, spingi tu che spingo anche io e vediamo chi rimane in piedi, cioè sui pattini. ‘Short track’ significa, letteralmente, pista corta:l’anello misura centoundici metri e qualcosa. I concorrenti hanno l’obbligo di indossare un casco, fabbricato in plastica dura: le cadute e gli schianti sono all’ordine del giorno, meglio premunirsi. I pattini debbono garantire rapidità ed equilibrio, hanno lame affilatissime e sin dallo stampo sono ‘confezionate’ tenendo conto del fatto che le curve, in gara, sono sempre a sinistra. A livello internazionale, non tutti hanno compreso subito il meccanismo, il giochino. Solo dal 1981 esistono i campionati del mondo di short track. Ma poi sono arrivati gli asiatici e la crescita è stata esponenziale. Negli Usa l’enorme popolarità di Apolo Ohno ha fatto il resto: se andate allo Smithsonian, trovate i suoi pattini accanto alla chitarra di Bob Dylan e al primo computer di Steve Jobs! Ecco. Arianna e le sue sorelle sono figlie di tutto questo.