Roma, 22 febbraio 2014 - "Mi sembra strano che in questo governo non compaia il nome di Verdini, in fondo ha delle ottime conoscenze sui sistemi elettorali, ci penserà lui a tenere a bada Alfano...". È velenoso Pippo Civati. Neppure la presenza di Maria Carmela Lanzetta, una "civatiana" sindaco antimafia di Monasterace nominata ministro agli Affari Regionali, lo fa retrocedere dalla sua posizione ormai di distanza siderale dal governo e dalla segreteria del Nazareno. Sempre più lontano da Renzi, insomma. Sulla Lanzetta, poi, i toni si fanno quasi crudi: "È stato l’ennesimo scippo dopo Filippo Taddei in segreteria — dice — tutto sempre senza dirmelo, è un modo di comportarsi molto meschino; chiaro che in questo modo, votargli la fiducia sarà impossibile".

La sinistra Pd è dunque allo strappo. Presto, al Senato, potrebbe formarsi un nuovo gruppo, composto dai senatori civatiani (che sono 6, Mineo, Casson, Del Giudice, Alfonso, Ricchiuti e Tocci, ma forse arriverà anche Laura Puppato) più altri possibili transfughi dal gruppo misto (si pensa ai 5Stelle) e agli altri grillini (Orellana, Battista, Bocchino e Campanella) che sono in procinto di essere defenestrati perché hanno osato criticare il colloquio in streaming di Grillo con Renzi parlando (nel caso di Battista) di "occasione persa". I numeri ci sono per fare un gruppo, ma non per riuscire a equilibrare il peso degli alfaniani nei pesi e contrappesi della maggioranza a Palazzo Madama (loro sono 31), ma il dato politico resta forte: "In questo governo non mi sembra cambiato nulla di sostanza — prosegue Civati — c’è stato solo il rimpasto che avrebbe potuto e dovuto fare Letta, è cambiato solo il presidente del Consiglio, di fatto è un Matteo Letta bis; si sta consegnando il Paese di nuovo a Berlusconi, anzi, è la maggioranza Pd che lo sta facendo".

Il governo Renzi è appena nato e un pezzo di Pd già lo saluta e va verso la scissione. "Al momento, uscire dal Pd è solo un’ipotesi — commenta e conferma Corradino Mineo, senatore Pd — ma potrebbe esserci la possibilità al Senato appunto di creare il Nuovo Centrosinistra con noi civatiani, vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, ma l’ipotesi di un Nuovo Centrosinistra sarebbe una novità molto positiva perché rappresenterebbe un contraltare al Ncd e al freno inserito". Non solo. Servirebbe, con tutta probabilità, anche come "base" d’accoglienza per chi, tra non molto dicono i civatiani, potrebbe arrivare anche dall’area bersaniana, da quella di Cuperlo ora in subbuglio e, ovviamente, da Sel alla Camera, dove la contrapposizione tra vendoliani e miglioristi (nel senso di Gennaro Migliore, capogruppo del partito) potrebbe non reggere all’urto delle riforme, in particolare alla legge elettorale.

Per Renzi, al momento, questa compagine non rappresenta una reale fonte di preoccupazione in ordine ai numeri della sua maggioranza, mentre dovrebbe preoccuparlo sul fronte interno Pd; una lacerazione forte, in questo momento, è da evitare. A meno di non voler sembrare un po’ grillino. Però, sostiene ancora Mineo, "se il governo vuol nascere bene deve accettare una dialettica interna. E, comunque, se Alfano decidesse di lasciare Renzi, noi potremmo anche liberare il suo governo dai ricatti di Ncd, chi ha detto di no?".