Roma, 16 marzo 2014 - «Quando avevamo promesso di accelerare non stavano vendendo chiacchiere».

Sottosegretario Delrio, le promesse sono ambizione per parafrasare la Merkel...
«I primi risultati si vedono già. E a fine di maggio ne avremo altri. Faremo un disegno di legge costituzionale. La trasformazione del Senato sul modello del Bundesrat, la revisione del Titolo V e l’abolizione delle Province uniti alla legge elettorale rappresentano la più grande operazione di riforme mai effettuata in Italia».

Fatto l’Italicum, bisogna rifare il Senato. Il ministro Boschi ha già indicato la tempistica...
«Partiremo con questo iter. Se no si rischia di avere una legge elettorale che non prevede nulla per il Senato perché dà per scontato che sia eliminato».

Così si affrettano le elezioni.
«Il quadro politico è stabile. Sarebbe veramente folle, incomprensibile, che le forze politiche che hanno voluto accelerare questo cambio chiedendo un maggiore coinvolgimento dei leader politici nel governo avessero la tentazione del voto».

Sulla spending review Cottarelli si ferma a 3 miliardi nel 2014, Renzi parla di 5, ne servono 7...
«Per quest’anno Cottarelli aveva fatto una prima simulazione di 7 miliardi. Il nostro calcolo prudenziale è che ne potranno arrivare fra i 3 e i 4,5 perché partiamo solo ora e perché serve prudenza».

Troppe difficoltà?
«E’ una revisione strutturale della spesa mai fatta prima. Non sono tagli lineari, non blocchiamo gli stipendi pubblici».

Toccherete le pensioni?
«No, le previsioni spending non includono nel 2014 un contributo dalle pensioni».

E in futuro?
«Vedremo. Se nel 2015 o nel 2016 dovessimo prevedere un piccolo contributo dalle pensioni superiori ai 5.000 euro lordi mensili, non credo cascherebbe il mondo e credo che gli italiani capirebbero. Ma in questo momento non è previsto il taglio del cuneo con contributi pensionistici. Questo governo prenderà mai i soldi dalle tasche dei pensionati a medio o basso reddito».

Quelli non si toccano.
«Siamo partiti con una fortissima riduzione di tasse ai lavoratori dipendenti e agli inquilini Erp. Miriamo all’aumento dei consumi e ad aiutare le fasce più deboli».

Il sociologo De Rita dice che non bastano 80 euro al mese.
«De Rita e Renzi hanno stili diversi. In realtà gli economisti prevedono uno stimolo importante ai consumi dal taglio dell’Irpef».

La Cgia di Mestre azzarda 9 miliardi di consumi in più.
«Mille euro in più in tasca all’anno vanno alla fascia della quarta settimana, quella che non arrivava a fine mese e che avrà una maggiore propensione al consumo».

L’effetto sull’economia?
«Non lo conteggiamo, ma se la manovra conterrà tutte le misure previste e se si attuerà in maniera rapida su tutto, è prevedibile un aumento dello 0,2% del Pil».

Rapida? Ovvero?
«Certamente rapida sul cuneo fiscale. E contiamo di fare partire a maggio anche il taglio dell’Irap».

Renzi ha detto che non ha potuto annunciare tutto perché Delrio lo ha fermato...
«Lasciamo perdere.. E’ una manovra massiccia, ma se facciamo bene la spending contiamo di recuperare 32 miliardi di ristrutturazione dalla spesa pubblica in tre anni».

Altri tagli?
«Tagli alla spesa pubblica inefficiente. Ci sono tantissimi margini di manovra. Pensiamo ai 12 miliardi sulle pensioni di invalidità e accompagnamento spesi dall’Inps: hanno dei picchi in alcune zone totalmente inspiegabili, se non con il fatto che ci siano degli abusi. Per garantire controlli, equità ed evitare abusi applicheremo l’Isee».

Perché non si è fatto prima?
«Sono misure connaturate a previsioni di revisioni della spesa su base triennale».

Renzi ha scommesso tutto.
«La sua caratteristica è di rischiare, ma non è un rischio senza rete. Parte da una constatazione. Una situazione di emergenza simile, con una disoccupazione a livello record e i consumi al livello più basso, se si affronta con prudenza diventa una malattia incurabile».

Alfano sostiene che avete fatto una manovra liberale.
«E’ una manovra keynesiana. Dà importanza allla crescita e all’uguaglianza. Si può essere liberali e di sinistra».

E i contratti a termine?
«La flessibilità non è uno stimolo alla precarietà ma uno stimolo alle imprese affinché assumano con più facilità. Sono certamente misure liberali. Ma c’è una forte impronta di sinistra nell’usare il taglio delle tasse per aumentare il potere di acquisto delle fasce basse».

Renzi voleva osare di più?
«Margini ulteriori di manovra ci sono. Si potrebbe persino osare di più ma in questo momento non si deve. Abiamo già avuto abbastanza coraggio come diceva il cardinale Borromeo a don Abbondio».

Che cosa diceva?
«I martiri ebbero coraggio perché il coraggio era necessario. Il coraggio lo abbiamo già avuto, cerchiamo di non averne troppo. Ne teniamo una dose per il 2015».

Davide Nitrosi