Leo Turrini
IL TRIONFO MERCEDES.
La frenata Ferrari. E lo scandalo Red Bull, dal quale sono costretto a partire. Capirà l’amico lettore che è gigantesca la figuraccia della scuderia campione del mondo: con Vettel subito a piedi, i Bibitari si erano consolati grazie al secondo posto dell’oriundo Ricciardo. Ma a fine Gp gli ispettori hanno scoperto che c’era il trucco, a proposito del flusso di benzina. Inevitabile il ricorso, comunque è forte l’impressione che la squadra che ha dominato la F1 per quattro lunghe stagioni sia stata colta con le mani nel sacco. Un tracollo d’immagine, in attesa di sviluppi: siamo sull’orlo della frode sportiva, accidenti!
TROPPO PIANO. E adesso veniamo ai nostri patriottici dolori. Al Cavallino mancano i cavalli. La F 14 T sembra un telefonino anni Novanta, mentre la Mercedes è un modernissimo smartphone. Alonso ci ha messo una pezza, con un quarto posto che è persino grasso che cola. Raikkonen si sta riadattando al team, ha commesso un paio di errori, ma in avvio era vicino allo spagnolo.
Il problema, per spiegarci in fretta, è nel cuore della Rossa. Non funzionano i supporti elettrici ed endotermici del turbo. A Fernando e a Kimi ieri mancavano una cinquantina di cavalli rispetto alla Freccia d’Argento. Sono tanti. Sono troppi.
Si può rimediare? Io dico di sì, probabilmente è una faccenda legata al software, di sicuro a Maranello hanno subito in eccesso l’ossessione della affidabilità. Doveva restare a piedi un sacco di gente, invece sotto la bandiera a scacchi, rotture a parte, sono transitati cani e porci.
Alonso è stato onesto nell’analisi del dopogara: è vero che su rivali temutissimi come Vettel ed Hamilton (kappao anche lui subito) ha guadagnato punti, ma senza safety car il ritardo da Rosberg sarebbe stato superiore al minuto, un abisso.
Insisto: i piloti da titolo la Ferrari li ha. Qui si tratta di compiere un decisivo salto di qualità sul terreno della prestazione. A Stefano Domenicali, che per impegno e passione meriterebbe ben altre soddisfazioni, il compito di guidare la riscossa. Qui servono testa fredda, nervi saldi e molto, molto lavoro.
LA FRECCIA. Anche perché la Mercedes ha confermato quanto già avevamo intuito, io e l’amico lettore. I giganteschi investimenti di Stoccarda sul reparto corse stanno pagando. Hamilton in pratica non ha corso, ma Rosberg è andato a spasso, tenendo a bada le redivive McLaren.
Andare a prendere la Freccia d’Argento non sarà cosa semplice. Ma la Ferrari non può permettersi di cedere alla rassegnazione: c’è una stagione intera per recuperare e del resto in Australia, un anno fa, mica vinse Vettel, poi Campionissimo senza problemi in autunno.
Avanti, c’è posto