Giampaolo Pioli

L’AJA (Olanda), 25 marzo 2014 - UN PIENO di complimenti. Un piccolo tornado. Una toccata e fuga, con rientro anticipato. Una settimana fa il debutto in Europa. Ieri davanti al mondo quasi al completo. La prima volta di Matteo Renzi tra i grandi della terra, è arrivata nella soleggiata brezza fredda dell’Aja intorno al tavolo rotondo del ‘Nuclear Security Summit’ al quale partecipano 53 capi di stato e di governo. C’era molta curiosità e attesa per il giovane leader italiano. È intenso e cordiale il sorriso di Barack Obama quando gli stringe la mano e gli dà un’affettuosa pacca sulla spalla. C’è tempo per alcune battute: «Quando sono entrato alla Casa Bianca — gli dice Obama — tutti notavano i miei capelli neri… Adesso non più».
Poi si danno appuntamento a giovedì, quando il presidente americano sarà a Roma: «Non vedo l’ora di rivederci al Colosseo e mangiare cibo italiano». Anche il presidente cinese Xi Jinping saluta Renzi con curiosità prima che il premier italiano prenda posto tra Cameron e il ministro israeliano.

ALL’AJA Renzi è scatenato e contagioso nel promuovere l’Italia. Lo fa con energia e senza sudditanza: «Tutti dimostrano grande attenzione e interesse per il nostro paese e noi vogliamo dimostrare che sappiamo contare e abbiamo molto da dare e non solo da chiedere. Noi italiani per primi dobbiamo toglierci il provincialismo di pensare che il nostro contributo non sia importante nel mondo. Su tutti i temi, anche su quello della sicurezza nucleare, c’è tanta attenzione nei nostri confronti».
Non appena sceso dall’aereo, Renzi — che ha anticipato il rientro a Roma, saltando anche la cena offerta dal re d’Olanda, «per guadagnare una mezza giornata di lavoro a Palazzo Chigi», lasciando all’Aja il ministro degli Esteri Mogherini — è stato assorbito da un incontro bilaterale col premier giapponese Shinzo Abe. Il rientro anticipato ha sollevato un piccolo giallo, interpretato da alcuni quantomeno come una gaffe diplomatica. A pranzo poi ha avuto l’occasione di parlare con Hollande del voto francese e dell’exploit dell’ultradestra: «Un voto locale ma significativo, di protesta — commenta — denota una tendenza all’antipolitica e un certo rifiuto delle istituzioni che va corretto. Non credo che dopo il voto in Francia si debba chiedere all’Europa di riflettere su se stessa, perché lo avevamo già chiesto. Ma la Ue deve prendere atto di questo diffuso sentimento di contestazione. Anche in Italia accade così, anche se magari a livello locale con minore intensità. Noi in Italia — ha spiegato — dobbiamo mettere a posto il Paese e siamo convinti di riuscirci. Ma dobbiamo anche chiedere che il semestre di presidenza italiano sia un’occasione non per discutere sugli zero virgola ma perché l’Europa metta al centro la crescita».

IL DEBUTTO mondiale di Renzi arriva nello stesso giorno in cui decade ufficialmente da sindaco di Firenze. Per lui non ci poteva essere staffetta migliore. Il premier la enfatizzata con un saluto via Twitter ai fiorentini e con un annuncio: «Grazie Firenze per tutti i cinque formidabili anni che ho trascorso. So che brontoloni o no, i fiorentini fanno comunque il tifo per uno di loro. Indipendentemente da me, comunque, il punto è fare il tifo perché l’Italia torni a sorridere. Io sono certo che ce la faremo. Ho proposto al governo di tenere a Firenze il summit del G8 del 2017. L’Italia, come sempre in questi casi, potrà fare bella figura proponendo ai leader dei paesi più importanti del mondo il luogo simbolo del Rinascimento».
Renzi ha parlato anche con il premier inglese Cameron. L’Inghilterra è pronta a chiedere l’espulsione definitiva della Russia dal G8 mentre l’Italia di Renzi, in asse con Berlino, vuole ancora mediare: premere senza rompere. Una linea molto più pragmatica, che non crede in un irreversibile isolamento della Russia perché potrebbe avere pesanti ritorni. Insomma, per Renzi un debutto non da ascoltatore ma già da protagonista.