dall’inviato

Giampaolo Pioli
NEW YORK
PRONTI



a un nuovo vertice. Si tratterà a oltranza. La breve telefonata «franca e schietta» fatta da Putin a Obama sulla possibilità di risolvere diplomaticamente la questione Ucraina, pur tra diffidenze e sospetti degli americani, ha segnato un immediato punto di svolta. Barack l’altra notte, dopo avere avuto assicurazioni da Putin di «non essere interessato ad espandersi con le sue truppe dentro i confini dell’Ucraina», ha ordinato all’aereo sul quale viaggiava il segretario di stato Kerry diretto a Washington, di invertire la rotta e puntare immediatamente su Parigi. Nella capitale francese Kerry verrà raggiunto dal ministro degli esteri russo Lavrov che ha già dichiarato: «Le posizioni si stanno avvicinando e un’iniziativa comune potrebbe essere proposta all’Ucraina». Kerry e Lavrov torneranno a vedersi dopo un lunghissimo ma infruttuoso incontro all’Aja durato più di sei ore. La proposta Usa prevede un monitoraggio a tappeto delle elezioni, una revisione dello stato autonomo della Crimea senza violare l’integrità territoriale dell’Ucraina, l’adozione di diverse riforme costituzionali a Kiev col rispetto di etnie e minoranze compreso il riconoscimento della lingua russa. Lavrov ancora prima dell’inizio dell’improvviso vertice di Parigi, pur con toni concilianti anticipa che la Russia chiederà all’Ucraina di «rimanere un paese non allineato» e di non entrare a far parte della Nato e pretenderà che questo diventi un principio costituzionale.

A KIEV

intanto sono iniziate le manovre per la campagna presidenziale che porterà al voto del 25 maggio. I candidati più attendibili sono 3 e diversissimi tra di loro. Il magnate Petro Poroshenko soprannominato «il re del cioccolato» sembra largamente in testa nei sondaggi alla guida di un movimento indipendente.

MENTRE

il partito Patria, anche se spaccato al suo interno, ha candidato Iulia Timoshenko che però oggi controlla solo una parte del partito ed è considerata un personaggio controverso. Mentre i superstiti del partito filorusso che ha sfiduciato il presidente Ianukovich e fatto fuggire il premier Azarov, presenta ben 4 nomi con poche speranze, la sorpresa viene dall’ex campione mondiale di pugilato Vitali Klitschko che ha ritirato la sua candidatura, preferendo appoggiare il favorito Poroshenko. La nuova mossa di Putin toglie qualche castagna dal fuoco al presidente americano. Il Pentagono si era impegnato col potente conglomerato russo JSC Rosoboronexport per miliardi di dollari, in una fornitura di decine di elicotteri alle forze armate afghane per sostituire quelli Usa dopo il ritiro da Kabul. Se scattasse un embargo economico contro Mosca com’era stato annunciato all’Aja, questo sarebbe stato uno dei primi contratti a saltare e non avrebbe danneggiato solo Mosca ma anche pesantemente Washington. Col compromesso di maggio su Kiev invece dello scontro, Obama potrà dormire più tranquillo.