ROMA
NON NE FA solo una questione di calendario, Giorgio Rembado (foto Imagoeconomica), presidente dellAnp, lassociazione nazionale presidi. Lanticipazione dei test dingresso ad aprile, sostiene, «è lennesima prova di un sistema che svaluta, di fatto, la scuola».
I test anticipati ad aprile stanno costringendo gli studenti prossimi alla maturità a un sovraccarico di lavoro...
«Sì, questa anticipazione è stata intensamente voluta dalle università a fini di organizzazione interna, ma senza tenere conto dei problemi della scuola. Gli studenti dovrebbero concentrare il loro impegno sulle materie di studio della maturità, ma la loro attenzione è dirottata sui quiz».
Alcuni presidi stanno pensando di scrivere al ministro per sollevare il problema. Lei è daccordo?
«Far presente la cosa al ministro di per sè non è negativo. Teniamo conto però che la Giannini è in carica da un mese e non vorrei che succedesse quello che è successo lo scorso anno: nella stessa mattina dei quiz a medicina hanno abolito il bonus maturità. Questo per dire quanto, spesso, sono intempestive le decisioni. Forse ci si può pensare per lanno prossimo, per tentare di ricondurre le prove allinizio di settembre, come è stato per tanti anni. Ma cè un problema più profondo: nella valutazione di un ragazzo non si tiene conto della sua storia formativa, dei risultati ottenuti alle superiori».
Insomma, sta dicendo che sarebbe giusto ripristinare il bonus maturità?
«Sì, magari non con la stessa formula di prima, ma sì. Il problema dellaccesso alle facoltà a numero chiuso è stato definito in un rapporto università-scuola in cui luniversità avrebbe dovuto selezionare le persone tenendo conto del percorso di studi e del risultato conseguito alle superiori. Il primo a porre la questione fu Fioroni nel 2007, che tese a valorizzare il risultato scolastico, quindi il curriculum, ma con poco risultato. Siamo arrivati poi allestremo opposto, ossia alla cancellazione del bonus , e alla riconsegna della partita della selezione solo ai test universitari. Questa è una svalutazione del ruolo della scuola».
Insomma, sui test la pensa come molti studenti...
«Si sta affidando la selezione a quiz che, per quanto fatti bene, comunque sviluppano la verifica del potenziale dello studente in un tempo molto limitato. Altra cosa è tenere conto dellintera vita scolastica del ragazzo. La verità è che cè un elemento di disinteresse dellaccademia nei confronti del sistema di istruzione».
Lei cosa propone?
«Il ritorno a una forma di bonus maturità o comunque a un sistema che tenga conto almeno dellultimo triennio di vita scolastica dello studente. Bisogna ripensare laccesso alle facoltà a numero chiuso. Il sistema attuale è molto limitativo. Quella dellanticipazione dei quiz è sì una cosa negativa, ma, per certi versi, è una conseguenza».
Gli studenti mettono in evidenza anche la difficoltà nel prepararsi a test incentrati anche su materie che la scuola non affronta. Ad esempio la logica...
«Questa è una delle motivazioni valide per chiedere che tornino a settembre. Quella del test, prima ancora che una preparazione su materie, è una preparazione di tipo metodologico, perché labilità sta nellavere una certa metodica che non è sempre tra le competenze. Comunque bisognerebbe cercare di rendere la prova compatibile con lattività dellultimo anno di scuola superiore e pensare a un sistema ce ne sono tanti possibili attraverso il quale non si escluda la valutazione, il peso del curriculum di studio. Lideale sarebbe un 50-50».
Maristella Carbonin
NON NE FA solo una questione di calendario, Giorgio Rembado (foto Imagoeconomica), presidente dellAnp, lassociazione nazionale presidi. Lanticipazione dei test dingresso ad aprile, sostiene, «è lennesima prova di un sistema che svaluta, di fatto, la scuola».
I test anticipati ad aprile stanno costringendo gli studenti prossimi alla maturità a un sovraccarico di lavoro...
«Sì, questa anticipazione è stata intensamente voluta dalle università a fini di organizzazione interna, ma senza tenere conto dei problemi della scuola. Gli studenti dovrebbero concentrare il loro impegno sulle materie di studio della maturità, ma la loro attenzione è dirottata sui quiz».
Alcuni presidi stanno pensando di scrivere al ministro per sollevare il problema. Lei è daccordo?
«Far presente la cosa al ministro di per sè non è negativo. Teniamo conto però che la Giannini è in carica da un mese e non vorrei che succedesse quello che è successo lo scorso anno: nella stessa mattina dei quiz a medicina hanno abolito il bonus maturità. Questo per dire quanto, spesso, sono intempestive le decisioni. Forse ci si può pensare per lanno prossimo, per tentare di ricondurre le prove allinizio di settembre, come è stato per tanti anni. Ma cè un problema più profondo: nella valutazione di un ragazzo non si tiene conto della sua storia formativa, dei risultati ottenuti alle superiori».
Insomma, sta dicendo che sarebbe giusto ripristinare il bonus maturità?
«Sì, magari non con la stessa formula di prima, ma sì. Il problema dellaccesso alle facoltà a numero chiuso è stato definito in un rapporto università-scuola in cui luniversità avrebbe dovuto selezionare le persone tenendo conto del percorso di studi e del risultato conseguito alle superiori. Il primo a porre la questione fu Fioroni nel 2007, che tese a valorizzare il risultato scolastico, quindi il curriculum, ma con poco risultato. Siamo arrivati poi allestremo opposto, ossia alla cancellazione del bonus , e alla riconsegna della partita della selezione solo ai test universitari. Questa è una svalutazione del ruolo della scuola».
Insomma, sui test la pensa come molti studenti...
«Si sta affidando la selezione a quiz che, per quanto fatti bene, comunque sviluppano la verifica del potenziale dello studente in un tempo molto limitato. Altra cosa è tenere conto dellintera vita scolastica del ragazzo. La verità è che cè un elemento di disinteresse dellaccademia nei confronti del sistema di istruzione».
Lei cosa propone?
«Il ritorno a una forma di bonus maturità o comunque a un sistema che tenga conto almeno dellultimo triennio di vita scolastica dello studente. Bisogna ripensare laccesso alle facoltà a numero chiuso. Il sistema attuale è molto limitativo. Quella dellanticipazione dei quiz è sì una cosa negativa, ma, per certi versi, è una conseguenza».
Gli studenti mettono in evidenza anche la difficoltà nel prepararsi a test incentrati anche su materie che la scuola non affronta. Ad esempio la logica...
«Questa è una delle motivazioni valide per chiedere che tornino a settembre. Quella del test, prima ancora che una preparazione su materie, è una preparazione di tipo metodologico, perché labilità sta nellavere una certa metodica che non è sempre tra le competenze. Comunque bisognerebbe cercare di rendere la prova compatibile con lattività dellultimo anno di scuola superiore e pensare a un sistema ce ne sono tanti possibili attraverso il quale non si escluda la valutazione, il peso del curriculum di studio. Lideale sarebbe un 50-50».
Maristella Carbonin
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