Stefano Grassi
ROMA
SPARISCONO

i mosaici pompeiani, il Colosseo se ne cade a pezzi e il Belpaese, depositario del più imponente patromonio storico artistico mondiale, resta a guardare. La realtà è che l’Italia, drammaticamente a corto di quattrini, non riesce a proteggere e valorizzare i suoi monumenti. Per fortuna accorrono i privati, perlomeno a Roma. Grazie a un accordo chiuso ieri sera a Riad tra la famiglia reale dell’Arabia Saudita e il sindaco Ignazio Marino, nasce una «collaborazione sulla conservazione» dei beni culturali della Capitale che prevede la costituzione di un fondo dedicato al restauro dei monumenti di Roma, finanziato dalla famiglia reale saudita e con capitali privati. Tra le opere contenute nel dossier consegnato da Marino ci sono il Criptoportico alle Terme di Traiano, il Mausoleo di Augusto e la Cisterna delle Sette Sale. L’amministrazione capitolina, dal canto suo, s’impegna a esportare temporaneamente singole opere per fare conoscere il patrimonio culturale italiano in Arabia Saudita, come già avvenuto con il Galata Morente, esposto per 100 giorni alla National Gallery di Washington.
Marino ha consegnato al principe Sultan bin Salman bin Abdulaziz, presidente della commissione saudita per il turismo e le antichità, un elenco di monumenti e siti archeologici che il Campidoglio intende valorizzare. «L’accordo che abbiamo chiuso ha un grandissimo valore — ha detto il sindaco — ci consente di coniugare il fund raising per la conservazione del nostro patrimonio culturale e di promuovere il marchio Roma in tutto il mondo».

«RINGRAZIO


— ha aggiunto Marino — la famiglia reale dell’Arabia Saudita per aver compreso e sostenuto la nostra strategia di rilancio di Roma a livello internazionale. Mi auguro che l’intesa che stiamo formalizzando sia solo il primo tassello di una lunga e proficua collaborazione».
«Si realizza così il fondamentale obiettivo di mettere in sicurezza e valorizzare il patrimonio artistico e archeologico della Capitale», spiega l’assessore capitolino alla Cultura Flavia Barca: «Il viaggio in Arabia Saudita del sindaco è stata una grandissima operazione internazionale e una grande opera di mecenatismo del sultano».
E a chi teme per le nostre opere, destinate ora a uscire dal Paese, l’assessore risponde che «bisogna calarsi nella dimensione dell’arte che circola e diventa strumento di dialogo e promozione».