Stefano Grassi
ROMA
I TURISTI nel mondo sono 900 milioni, nei prossimi 15 anni raddoppieranno. Masse enormi da gestire, ma anche una potenzialità economica gigantesca e su una cosa sono tutti daccordo: dopo trentanni lItalia può e deve tornare la prima scelta del turismo mondiale. Intanto, nel 2012 meno di 130 milioni di persone hanno attraversato i nostri confini. Per tornare al top il nostro Paese deve superare molti ostacoli: piccole dimensioni di impresa, arretratezza del Meridione, elevata tassazione, mancata realizzazione dellAgenda digitale, inefficienza della rete infrastrutturale, un capitale umano non sempre allaltezza.
È quanto si legge nel Rapporto 2014 di Italiadecide, lAssociazione per la qualità delle politiche pubbliche, presieduta da Luciano Violante. Il rapporto è stato presentato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
I NUMERI lo mostrano chiaramente. Lattivo turistico, dopo aver toccato un massimo dell1,2% del Pil nel 1995, si è progressivamente ridotto all1,0% nel 2001 e allo 0,7 nel 2012. Il peggiore andamento dellItalia in termini di introiti turistici è dovuto principalmente ad aspetti non legati allandamento complessivo dei prezzi.
LO SOSTIENE anche il direttore dellEnit, lAgenzia Nazionale per il turismo Andrea Babbi: «Scontiamo gravissimi ritardi. Ma un anno fa abbiamo iniziato a riaprire la sede dellEnit per far crescere lagenzia e farla diventare per tutti, Regioni e associazioni del turismo. I risultati si cominciano a vedere. Il contributo dato dal Governo allEnit è di 18 milioni di euro, ma oggi il turismo fattura 33 miliardi di euro di valuta estera verso il nostro Paese». Spiegando poi che occorre ristrutturare lEnit, un ente nato cento anni, «portandovi dentro le Regioni e puntando sulla digitalizzazione con la quale ormai si muove l80% dei viaggiatori». Deve essere dunque innanzitutto la politica a credere nella forza economica del turismo, che va rilanciato «partendo dai privati», sottolinea Babbi.
LO CONFERMA anche il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, quando dice chiaramente che il governo non starà con le mani in mano in attesa della riforma del Titolo V: «Non è possibile che il budget delle Regioni per la promozione sia superiore a quello dello Stato». Ma cè anche da muoversi sul piano formativo, come ha sottolineato la presidente della Camera Laura Boldrini: «Dobbiamo dare lesempio concreto di una cultura dellaccoglienza come nostro valore, che sia integrale, a 360 gradi, e sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione che porta con sé maggiori opportunità di circolazione delle persone e non soltanto di merci, capitali ed informazione. E non possiamo allo stesso modo, senza una insopportabile contraddizione, offrire servizi di lusso ai turisti affluenti e poi trattare in modo a volte inaccettabile i migranti».
ROMA
I TURISTI nel mondo sono 900 milioni, nei prossimi 15 anni raddoppieranno. Masse enormi da gestire, ma anche una potenzialità economica gigantesca e su una cosa sono tutti daccordo: dopo trentanni lItalia può e deve tornare la prima scelta del turismo mondiale. Intanto, nel 2012 meno di 130 milioni di persone hanno attraversato i nostri confini. Per tornare al top il nostro Paese deve superare molti ostacoli: piccole dimensioni di impresa, arretratezza del Meridione, elevata tassazione, mancata realizzazione dellAgenda digitale, inefficienza della rete infrastrutturale, un capitale umano non sempre allaltezza.
È quanto si legge nel Rapporto 2014 di Italiadecide, lAssociazione per la qualità delle politiche pubbliche, presieduta da Luciano Violante. Il rapporto è stato presentato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
I NUMERI lo mostrano chiaramente. Lattivo turistico, dopo aver toccato un massimo dell1,2% del Pil nel 1995, si è progressivamente ridotto all1,0% nel 2001 e allo 0,7 nel 2012. Il peggiore andamento dellItalia in termini di introiti turistici è dovuto principalmente ad aspetti non legati allandamento complessivo dei prezzi.
LO SOSTIENE anche il direttore dellEnit, lAgenzia Nazionale per il turismo Andrea Babbi: «Scontiamo gravissimi ritardi. Ma un anno fa abbiamo iniziato a riaprire la sede dellEnit per far crescere lagenzia e farla diventare per tutti, Regioni e associazioni del turismo. I risultati si cominciano a vedere. Il contributo dato dal Governo allEnit è di 18 milioni di euro, ma oggi il turismo fattura 33 miliardi di euro di valuta estera verso il nostro Paese». Spiegando poi che occorre ristrutturare lEnit, un ente nato cento anni, «portandovi dentro le Regioni e puntando sulla digitalizzazione con la quale ormai si muove l80% dei viaggiatori». Deve essere dunque innanzitutto la politica a credere nella forza economica del turismo, che va rilanciato «partendo dai privati», sottolinea Babbi.
LO CONFERMA anche il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, quando dice chiaramente che il governo non starà con le mani in mano in attesa della riforma del Titolo V: «Non è possibile che il budget delle Regioni per la promozione sia superiore a quello dello Stato». Ma cè anche da muoversi sul piano formativo, come ha sottolineato la presidente della Camera Laura Boldrini: «Dobbiamo dare lesempio concreto di una cultura dellaccoglienza come nostro valore, che sia integrale, a 360 gradi, e sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione che porta con sé maggiori opportunità di circolazione delle persone e non soltanto di merci, capitali ed informazione. E non possiamo allo stesso modo, senza una insopportabile contraddizione, offrire servizi di lusso ai turisti affluenti e poi trattare in modo a volte inaccettabile i migranti».
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