Stefano Grassi
ROMA
DALLE STELLE

alle stalle. Dopo due giorni di protesta, abbarbicato nonostante una ferita alla gamba sulla volta del Cupolone di San Pietro, sventolando uno striscione con su scritto ‘Papa Francesco aiutaci tu’ e ‘presidente Napolitano, per amore di Dio fermatevi, ci state ammazzando tutti’, l’imprenditore triestino Marcello Di Finizio si è arreso. Ma appena sceso è finito in guardina, trattenuto dalla Gendarmeria vaticana in stato di fermo. Il provvedimento si è reso necessario, oltre che per la violazione delle leggi, anche per il fatto che era la quarta volta che l’uomo si arrampicava sulla cupola, ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, sottolineando che comunque «ha avuto un trattamento umano». Il Vaticano ha ritenuto però necessario mettere un alt a una protesta che rischiava di innescare una pericolosa gara di emulazione. Dopo la notte nella cella vaticana, l’imprenditore è stato interrogato dal promotore di giustizia del Tribunale della Santa Sede che ne ha convalidato l’arresto, disponendone poi la remissione in libertà, ma intimandolo di non avvicinarsi alla basilica di San Pietro e di tenersi a disposizione per il processo che sarà fissato presso il Tribunale vaticano. In base alle disposizioni del Trattato lateranense è stato quindi consegnato agli agenti di Polizia di Stato presso il Vaticano.
MENTRE
portava avanti la sua protesta sulla cupola, che si è protratta anche durante l’Angelus del Papa, all’uomo sono stati portati cibo e medicine per curare il taglio che si era procurato scavalcando la balaustra per calarsi sulla finestra della Basilica. L’imprenditore triestino, 47 anni, ha spiegato le ragioni della sua protesta. Di Finizio ritiene che la ‘Bolkestein’, la direttiva europea sulla libera circolazione dei beni, sia responsabile dei suoi guai. Tutto sarebbe cominciato nel 2008, quando il suo locale ‘La Voce della Luna’, sul lungomare di Trieste, è stato incendiato. Da allora la sua vita è cambiata radicalmente con la chiusura e i conseguenti problemi economici. Nel 2012 l’imprenditore ha occupato per tre giorni lo storico pontone-gru Ursus, nel porto vecchio di Trieste. Poi nei mesi successivi ha messo a segno i primi tre blitz sulla cupola di San Pietro. Ora però Di Finizio rischia di perdere la concessione — a suo dire a causa della direttiva europea —, argomento sul quale è aperta una trattativa con l’amministrazione comunale.